Aggressione Pescara, la famiglia della vittima: chi sa parli

24 Marzo 2010   18:13  

Parla a nome di tutta la famiglia, Angelo, il cugino del ragazzo aggredito davanti a un locale del centro storico di Pescara lancia un appello ai testimoni affinché raccontino quel che e' successo.

Fino, ad oggi, infatti, nessuno ha testimoniato sull'accaduto e la polizia ha bloccato il responsabile dell'aggressione, un nomade pescarese, solo perche' ha potuto contare sulle riprese di una telecamera esterna al locale dove si trovavano i ragazzi, in piazza Unione. L'appello di Angelo, questo il nome del cugino del giovane ferito, e' rivolto soprattutto ai giovani, considerato che davanti al locale dove e' avvenuta l'aggressione era pieno di gente. Angelo chiede che "chi ha visto parli. Abbiamo bisogno di un testimone perche' c'e' una persona che sta lottando per la vita e una che sta aspettando di uscire". Cercando di immaginare cosa possa essere successo l'altra notte Angelo dice che il cugino "e' allegro, ha molti amici, va d'accordo con tutti, non e' un tipo che provoca. Non e' stato lui a provocare il nomade, considerato che gli dava le spalle. E se non sono intervenuti per soccorrerlo e' solo perche' avevano paura. Soltanto l'aggressore, aggiunge, puo' sapere cosa e' successo". Un appello anche agli organi di stampa affinche' "non abbandonino questo caso" che non e' unico nel suo genere. "Ne accadono molti, dice Angelo, e non sempre per colpa dei nomadi". Angelo e' spaventato dal fatto che "non c'e' giustizia e la politica pensa solo a litigare". La famiglia e' soddisfatta comunque della visita di oggi del sindaco e del presidente della Provincia e delle associazioni che si sono fatte avanti. Nessun segnale dal mondo dei rom, invece. Nel paese del ragazzo aggredito, Biccari, in provincia di Foggia, si sta organizzando una veglia di preghiera.


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore