Aggressioni Con #Acido: Alexander Boettcher Condannato A 23 Anni. #AlexanderBoettcher #MartinaLevato

Accusato di associazione per delinquere per una serie di blitz

31 Marzo 2016   09:41  

Se la sua ormai ex amante Martina Levato se l'era 'cavata' con altri 16 anni grazie allo sconto del rito abbreviato, per Alexander Boettcher il processo 'bis' sulle aggressioni con l'acido, dopo quello con al centro il blitz contro Pietro Barbini costato ad entrambi 14 anni, è arrivata una condanna molto più pesante con rito ordinario: altri 23 anni di reclusione, per un totale, solo teorico allo stato, di 37 anni di carcere.

Una sentenza, emessa quasi a sorpresa dopo solo due ore di camera di consiglio, che è stato accolta con "orgoglio e soddisfazione" dal pm di Milano Marcello Musso, che aveva chiesto anche di più (26 anni), e con sollievo da Stefano Savi, giovane sfigurato presente in aula: "Spero che non esca più di cella".

I legali di Boettcher, gli avvocati Michele Andreano e Giovanni Maria Flora, hanno provato fino all'ultimo a dimostrare "l'innocenza" del broker con le arringhe in aula, con 240 pagine di memorie, citando anche un libro sul caso del 'mostro di Firenze' Pietro Pacciani e con una tesi ben precisa.

Alex, a detta della difesa, infatti, è stato soltanto "uno sciocco" che, da quanto emerso dai messaggi WhatsApp e dai video 'sadici' mostrati in aula, ha "una personalità disturbata", ma non c'è "in nessun caso la prova incontrovertibile della sua partecipazione ad un'associazione a delinquere" per i blitz con l'acido.

Il collegio dell'11ma sezione penale, presieduto da Elena Bernante, invece, ha accolto in pieno (è caduta soltanto l'aggravante della crudeltà ed è stato riqualificato una capo di imputazione 'minore') l'impianto accusatorio del pm Musso, mentre in aula per il verdetto (il secondo a carico del broker nel giro di 1 anno e 3 mesi) c'erano anche il procuratore aggiunto Alberto Nobili e Maria Josè Falcicchia, capo dell'Ufficio prevenzione generale della Questura di Milano.

Oggi Boettcher, in pratica, è stato riconosciuto colpevole dell'aggressione a Savi, sfigurato per uno scambio di persona il 2 novembre 2014, e del tentato blitz contro Giuliano Carparelli, vero obiettivo della cosiddetta "banda dell'acido", composta anche dal presunto basista Andrea Magnani (già condannato a 9 anni e 4 mesi), perché aveva avuto un flirt fugace con l'ex bocconiana Levato.

Anche Carparelli, dunque, doveva essere punito come Barbini per permettere, stando alle indagini, a Martina di "purificarsi".

In più i giudici, come già avvenuto nel processo abbreviato a carico della ragazza e del presunto basista, hanno riconosciuto l'esistenza dell'associazione per delinquere (motivazioni tra 90 giorni) e, dunque, per via 'indiretta' la responsabilità di Alex anche nella tentata evirazione da parte di Martina nei confronti di Antonio Margarito.

"E' una sentenza già scritta, ma io sono innocente e lotterò anche in appello", ha detto Alex ai suoi legali. Nel frattempo, i giudici lo hanno condannato, oltre a 3 anni di libertà vigilata a pena espiata, anche a versare provvisionali di risarcimento: 1,2 milioni di euro a Savi (difeso dal legale Andrea Orabona), 60 mila euro ciascuno al padre, alla madre e al fratello del ragazzo (rappresentati da Benedetta Maggioni), 50 mila euro a Carparelli (con gli avvocati Paolo Tosoni e Chiara Graffer), 10 mila euro a Margarito (con il legale Roberto Parente) e 45 mila euro all'Asl di Milano.

Intanto, il gup Roberto Arnaldi ha respinto l'istanza di scarcerazione di Magnani e Martina, come preannunciato dal suo legale, l'avvocato Alessandra Guarini, si prepara ad accusare l'ex amante nel processo d'appello sul caso Barbini che inizierà il 7 aprile.

In un memoriale, dopo averlo sempre scagionato, l'ha definito il "regista" dei blitz. I due non si parlano più in carcere e sono ormai anche uno contro l'altro nel procedimento davanti al Tribunale per i minorenni che dovrà decidere sull'adottabilità o meno del loro bimbo nato più di 7 mesi fa.


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