Al Castello due matrimoni omosessuali

Clamore per le annunciate venti coppie

01 Giugno 2008   18:26  
Fondamentalmente un messaggio di civiltà è stato quello lanciato oggi pomeriggio nella splendida cornice del Castello cinquecentesco dell’Aquila.  Con pacatezza ed entusiasmo sono stati celebrati due matrimoni omosessuali, uno fra una coppia di uomini ed uno fra una coppia di donne, anche se solo il primo costituito da due ragazzi con reale legame di fidanzamento, mentre quello fra le due lesbiche è stato espressamente simbolico.  Massiccia la presenza dei media locali e nazionali, tanto da far rinunciare numerosi “promessi sposi” all'atteso evento, intimiditi dal rischio di finire sulle pagine dei giornali e sugli schermi delle tv, e subendo così ripercussioni nella vita quotidiana.  Sono state quindi solo due le coppie, a fronte delle circa venti previste, a contrarre il simbolico matrimonio con l’enunciazione di un brano tratto dal “messaggio di Silo”, dello scrittore e filosofo argentino Mario Rodriguez Cobos, fondatore dell’Umanesimo universalista ed autore eterosessuale, hanno tenuto a precisare gli organizzatori, che nel suo libro propone una lettura soggettiva per tutte le fasi della vita della persona, come i principi, le scoperte, il cammino di pace e, come in questo caso, il matrimonio, che è visto come una cosa personale ed intima, estremamente soggettiva e non come una ludica festa da esternare e magari condividere con decine di persone.  Ed il messaggio è quello dell'amore, di un connubbio e di una complicità che non a tutti i costi deve coincidere con il sesso, perchè si può amare chiunque, l'amore è un sentimento profondo avulso dal sesso.

“Sposiamo la libertà di tutti e di tutte” era scritto nel cartello tenuto in mano da Carla, 41 anni, giornalista e scrittrice dell’Aquila, e Barbara di 46 anni di Roma, oggi spose.

Un “appello alla laicità dello stato perché nessuna legge religiosa deve interferire sul mondo laico” è stato quello rivolto da Carla, cui è seguito l’urlato sfogo di Barbara, “venite fuori tutti, cacciate ovaie e p…, i matrimoni sono un nostro diritto”, con chiaro riferimento alla perdurante ghettizzazione della condizione omosessuale.

Fra gli sposi omosessuali, Emiliano Granatelli dell'associazione Stargayte, operante a Roma e Firenze sui temi della diversità, che ha dichiarato come l’iniziativa di oggi sia stata “non provocatoria ma una manifestazione per uscire alla luce” ed ha tenuto a precisare come celebrazioni di questo tipo siano assolutamente anche per coppie eterosessuali.

Presente ai matrimoni anche l’onorevole Franco Grillini, presidente onorario di Arcigay, che ha ricordato come 22 paesi europei su 27 hanno già riconosciuto le coppie di fatto, e che l’Italia dovrà adeguarsi perché la Carta dei diritti di Lisbona, all’articolo 9, sancisce il diritto, per tutti i cittadini, di farsi una famiglia.

Prossimo appuntamento, il 31 agosto alla tomba di Ulrichs, giurista e latinista tedesco, primo militante del movimento di liberazione omosessuale, sepolto al cimitero dell'Aquila. (MS)

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