Alla Asl sempre meno personale, CGIL: "A rischio anche il livello dei servizi essenziali"

07 Febbraio 2018   12:11  

La situazione della nota e strutturale carenza di personale all’interno della Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila è divenuta ormai assolutamente insostenibile, con la conseguenza che con l’attuale dotazione organica da un lato si continua a non rispettare la vigente normativa sui riposi obbligatori (legge 161/2014) e dall’altro non si riesce a dare piena copertura ai servizi essenziali che, rientrando nei LEA, devono essere garantiti ai cittadini. Tutto ciò nonostante ai lavoratori vengano imposti continui sforzi in termini di prestazioni di lavoro straordinario e prestazioni aggiuntive.

Tale situazione non è più tollerabile, soprattutto se si pensa che da tali servizi dipende il diritto alla salute dei cittadini, e che proprio per questo motivo le linee politiche regionali dovrebbero pensare ad investimenti piuttosto che a tagli. Di contro, invece, la spesa per il personale nella Asl è passata da 197,7 milioni di euro del 2016 a 196,4 milioni del 2017, un ulteriore impoverimento della spesa del personale che, come più volte dichiarato (anche dalla stessa Asl), non è sufficiente a garantire i servizi pubblici essenziali.

Va ricordato che l’atto di programmazione regionale prevede per il 2018 una spesa per il personale pari a 196 milioni, e che per il rispetto di tale limite di spesa la Asl ha confermato il blocco del turnover al 50%, con le evidenti ripercussioni che tali imposizioni avranno sull’intero sistema sanitario provinciale, peggiorando ulteriormente le condizioni di lavoro dei dipendenti della Asl.

A ciò si aggiunga che l’età anagrafica dei lavoratori è in costante e inesorabile aumento, e pertanto diventa facile comprendere che in carenza di azioni correttive volte a una completa revisione del fabbisogno di personale - e quindi di nuove assunzioni - sia le condizioni di lavoro, sia la garanzia dei LEA, e sia la qualità dei servizi verranno ulteriormente compromesse. Infatti circa il 44% dei lavoratori si trova in età compresa tra i 57 e i 67 anni, contro il 10% di età compresa tra i 20 e i 39 anni.

Bisogna altresì rilevare che una quota pari al 12% dell’attuale forza lavoro è composta da lavoratori precari, in particolare 280 lavoratori con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato, a cui si aggiungono 120 lavoratori assunti in somministrazione. A tutto ciò va aggiunto un numero consistente di lavoratori precari assunti dalle Cooperative.

Alla luce del quadro esposto, che definiamo drammatico, la Fp Cgil ritiene che al fine di ridare slancio e rendere efficace ed efficiente il Servizio sanitario nella provincia dell’Aquila, che ricordiamo rappresenta il 50% dell’intera regione, è necessario ricominciare ad effettuare investimenti sul territorio, che necessariamente devono partire da investimenti sul personale attraverso un processo di stabilizzazione dei lavoratori precari e attraverso l’eliminazione del blocco del turnover. Infatti gli sprechi da eliminare sicuramente non sono rappresentati dalla forza lavoro, ma eventualmente vanno ricercati nel suo utilizzo.

 

 



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