Allarme stupri. Approvato all'unanimità il dl sulla sicurezza

Ex agenti nelle ronde cittadine

20 Febbraio 2009   12:42  

E' stato approvato all' unanimità il decreto legge sulla sicurezza volto a potenziare le misure contro i reati di violenza sessuale. Oltre alle norme già ratificate negli ultimi giorni dalle Camere, il testo approvato oggi dal Cdm contiene anche la "possibilità di avvalersi della collaborazione di ex agenti e cittadini nell'attività di contrasto al fenomeno". Il coinvolgimento "prioritario" di ex esponenti delle forze dell'ordine e della Polizia municipale è stato proposto da An, al fine di rendere maggiormente integro e sicuro l'approccio su base volontaria di alcuni cittadini al controllo delle strade.

Ronde cittadine e permanenza nel Cie. Questi i due punti cardine dell'incontro di ieri sulla sicurezza tra Napolitano, Maroni e il sottosegretario agli Interni Mantovano al Viminale. Due delicati ambiti, cui prestare parecchia attenzione visti i recenti screzi tra Esecutivo e Quirinale relativamente al dl in materia di fine vita connesso al caso Englaro, e alla nutrita serie di ricorsi alla fiducia che il Governo starebbe collezionando da inizio legislatura.

Sembrava fossero state archiviate, visti i numerosi appelli a lasciare nelle mani delle forze dell'ordine l'onere di monitorare le situazioni a rischio e di proteggere i cittadini dalla malvivenza. Invece eccole di nuovo, le ronde, questa volta connesse al "parere del prefetto" e ancorate al "controllo del Viminale": una condizione, l'ultima, di estrema rilevanza. Voci di corridoio lo affermano chiaramente: qualora il testo della legge rimanesse orfano di tale clausola, la probabilità di un diniego da parte del Capo dello Stato nel controfirmare il decreto diverrebbe elevata. Da ex Ministro dell'interno e acceso sostenitore del garantismo, Napolitano tiene alta la guardia quando in Parlamento si discute sull'eventualità di spedire gruppi di volontari a controllare la pubblica sicurezza nelle strade di periferia. Oggi la formula del Senato appare modificata. Quella precedente recitava:"Gli enti locali, previo parere del Comitato provinciale ordine e sicurezza, sono legittimati ad avvalersi della collaborazione di associazioni tra cittadini".

Il testo attuale del dl sembra invece incentrare tutto sul ruolo determinante del prefetto, sia in relazione al controllo di suddette associazioni, sia in merito all'incarico definitivo assegnato loro, esplicitando come le ronde non possano utilizzare nè disporre di armi: "I sindaci possono avvalersi della collaborazione di associazioni tra cittadini non armati, previa intesa con il prefetto, che ne informa il comitato provinciale, al fine di segnalare agli organi di polizia locale o alle forze di polizia, eventi che possono arrecare danno alla sicurezza urbana o situazioni di disagio sociale".

Nonostante le liste di associazione vengano "tenute e monitorate" dal prefetto in persona, e il Viminale assicuri la più totale sicurezza in relazione ad eventuali "infiltrazioni", c'è chi come lo stesso La Russa teme che le ronde possano nel tempo essere percepite come "sostituti delle forze dell'ordine". In totale accordo con le recenti dichiarazioni del Ministro della Difesa i sindacati della Polizia, che in un ricorso unitario (Siulp, Silp-Cgil, Siap-Anfp, Ugl, Consap-Italia sicura, Coisp) all'attenzione di Napolitano hanno espresso "massima preoccupazione, perché lo Stato sta per rinunciare a una sua funzione irrinunciabile, la gestione della sicurezza".

Le norme antistupro. Ronde a parte, le misure volte a contrastare i reati di violenza sessuale contenute nel dl approvato oggi dal Cdm sono le seguenti: divieto di applicare gli arresti domiciliari a quanti commettono reato di stupro, e una più approfondita valutazione delle misure già disposte dalla magistratura; obbligo di custodia cautelare in carcere connessa all'esclusione dei benefici tradizionalmente previsti per quanti collaborano, come arresti domiciliari o affidamento in prova ai servizi sociali; ergastolo per chi uccide dopo lo stupro; potenziamento dell'organico relativo alle Forze di Polizia(2.500 unità circa); nuovi fondi(da 60 a 100 milioni di euro) da investire negli organici e nella strumentazione tecnico-investigativa delle forze dell'ordine; patrocinio gratuito per le vittime di stupro; introduzione del reato di stalking; estensione infine da 2 a 6 mesi della permanenza nei Cie, i centri di identificazione ed espulsione per gli immigrati.

Stalking: stop dello Stato a tutte quelle molestie e minacce reiterate spesso degenerate in assassini e stupri annunciati. Aggravanti sono previste se a molestare sono familiari, ex partner,o se a subire le molestie sono i soggetti più deboli: le pene vanno da 6 mesi a 4 anni di carcere. La vittima di stolking potrà inoltre rivolgersi al questore che oltre ad ammonire il colpevole della molestia, potrà sanzionarlo con un divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima.





Giovanna Di Carlo

 

 

 


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