E' stato approvato all' unanimità il decreto legge sulla
sicurezza volto a potenziare le misure contro i reati di violenza
sessuale. Oltre alle norme già ratificate negli ultimi giorni dalle
Camere, il testo approvato oggi dal Cdm contiene anche la "possibilità
di avvalersi della collaborazione di ex agenti e cittadini
nell'attività di contrasto al fenomeno". Il coinvolgimento
"prioritario" di ex esponenti delle forze dell'ordine e della Polizia
municipale è stato proposto da An, al fine di rendere
maggiormente integro e sicuro l'approccio su base volontaria di alcuni
cittadini al controllo delle strade.
Ronde cittadine e permanenza nel Cie. Questi i due punti cardine
dell'incontro di ieri sulla sicurezza tra Napolitano, Maroni e il
sottosegretario agli Interni Mantovano al Viminale. Due delicati
ambiti, cui prestare parecchia attenzione visti i recenti screzi tra
Esecutivo e Quirinale relativamente al dl in materia di fine vita
connesso al caso Englaro, e alla nutrita serie di ricorsi alla fiducia
che il Governo starebbe collezionando da inizio legislatura.
Sembrava fossero state archiviate, visti i numerosi appelli a lasciare
nelle mani delle forze dell'ordine l'onere di monitorare le situazioni
a rischio e di proteggere i cittadini dalla malvivenza. Invece eccole
di nuovo, le ronde, questa volta connesse al "parere del prefetto" e
ancorate al "controllo del Viminale": una condizione, l'ultima, di
estrema rilevanza. Voci di corridoio lo affermano chiaramente: qualora
il testo della legge rimanesse orfano di tale clausola, la probabilità
di un diniego da parte del Capo dello Stato nel controfirmare il
decreto diverrebbe elevata. Da ex Ministro dell'interno e acceso
sostenitore del garantismo, Napolitano tiene alta la guardia quando in
Parlamento si discute sull'eventualità di spedire gruppi di volontari a
controllare la pubblica sicurezza nelle strade di periferia. Oggi la
formula del Senato appare modificata. Quella precedente recitava:"Gli
enti locali, previo parere del Comitato provinciale ordine e sicurezza,
sono legittimati ad avvalersi della collaborazione di associazioni tra
cittadini".
Il testo attuale del dl sembra invece incentrare tutto sul
ruolo determinante del prefetto, sia in relazione al controllo di
suddette associazioni, sia in merito all'incarico definitivo assegnato
loro, esplicitando come le ronde non possano utilizzare nè disporre di
armi: "I sindaci possono avvalersi della collaborazione di associazioni
tra cittadini non armati, previa intesa con il prefetto,
che ne informa il comitato provinciale, al fine di segnalare agli
organi di polizia locale o alle forze di polizia, eventi che possono
arrecare danno alla sicurezza urbana o situazioni di disagio sociale".
Nonostante le liste di associazione vengano "tenute e monitorate" dal
prefetto in persona, e il Viminale assicuri la più totale sicurezza in
relazione ad eventuali "infiltrazioni", c'è chi come lo stesso La Russa teme che le ronde possano nel tempo essere percepite come "sostituti delle forze dell'ordine". In totale accordo con le recenti dichiarazioni del Ministro della Difesa i sindacati della Polizia,
che in un ricorso unitario (Siulp, Silp-Cgil, Siap-Anfp, Ugl,
Consap-Italia sicura, Coisp) all'attenzione di Napolitano hanno
espresso "massima preoccupazione, perché lo Stato sta per rinunciare a
una sua funzione irrinunciabile, la gestione della sicurezza".
Le norme antistupro. Ronde a parte, le misure volte a
contrastare i reati di violenza sessuale contenute nel dl approvato
oggi dal Cdm sono le seguenti: divieto di applicare gli arresti domiciliari
a quanti commettono reato di stupro, e una più approfondita valutazione
delle misure già disposte dalla magistratura; obbligo di custodia cautelare in carcere
connessa all'esclusione dei benefici tradizionalmente previsti per
quanti collaborano, come arresti domiciliari o affidamento in prova ai
servizi sociali; ergastolo per chi uccide dopo lo stupro; potenziamento dell'organico relativo alle Forze di Polizia(2.500 unità circa); nuovi fondi(da 60 a 100 milioni di euro) da investire negli organici e nella strumentazione tecnico-investigativa delle forze dell'ordine; patrocinio gratuito per le vittime di stupro; introduzione del reato di stalking; estensione infine da 2 a 6 mesi della permanenza nei Cie, i centri di identificazione ed espulsione per gli immigrati.
Stalking: stop dello Stato a tutte quelle molestie e minacce reiterate spesso degenerate in assassini e stupri annunciati. Aggravanti sono previste se a molestare sono familiari, ex partner,o
se a subire le molestie sono i soggetti più deboli: le pene vanno da 6
mesi a 4 anni di carcere. La vittima di stolking potrà inoltre
rivolgersi al questore che oltre ad ammonire il colpevole della
molestia, potrà sanzionarlo con un divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima.
Giovanna Di Carlo