Famiglia nel bosco, Garante minori accusa: violata Carta di Treviso

31 Dicembre 2025   11:47  

Il Garante per l’infanzia dell’Abruzzo richiama media e opinione pubblica: in presenza di minori la riservatezza deve prevalere, stop a esposizione e pressione mediatica

Il diritto alla riservatezza dei minori deve prevalere sul diritto di cronaca. È il richiamo centrale ribadito dall’avvocata Alessandra De Febis, Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza della Regione Abruzzo, intervenendo sulla vicenda della cosiddetta famiglia del bosco.

Secondo De Febis, i principi sanciti dalla Carta di Treviso risultano disattesi, a fronte di una presenza massiccia e invasiva dei media, con l’utilizzo di strumentazioni professionali in grado di realizzare immagini e riprese anche all’interno di strutture protette, frequentate da altri minori estranei alla vicenda.

La garante sottolinea come la diffusione di fotografie e video abbia prodotto effetti diretti sulla quotidianità dei bambini, costretti a rinunciare al gioco all’aperto per evitare di essere ripresi. Un’esposizione che, evidenzia, non tiene conto della profonda differenza tra i tempi della giustizia e quelli della narrazione mediatica, rischiando di alterare la percezione dei fatti e di creare uno sbilanciamento informativo rispetto ad altri casi analoghi che coinvolgono minori ma non ricevono la stessa attenzione.

Se l’obiettivo dichiarato è la tutela dei bambini e degli adolescenti, per De Febis è necessario un cambio di approccio: più rispetto, più silenzio e maggiore responsabilità. In particolare, l’intervento pubblico dovrebbe essere affidato a chi conosce realmente i fatti, evitando giudizi personali, semplificazioni e ricostruzioni strumentali.

La garante denuncia inoltre una narrazione continua, spesso fondata su informazioni non verificate, che ha portato a ricostruzioni rivelatesi inesatte, anche su aspetti sanitari e scolastici dei minori. Un approccio che solleva interrogativi sul reale rispetto dell’interesse superiore del minore.

Secondo De Febis, l’accumularsi di notizie, commenti e valutazioni non apporta elementi utili alla vicenda e rischia anzi di compromettere ulteriormente la serenità dei bambini coinvolti. Da qui l’appello finale a una responsabilità collettiva di media, istituzioni, commentatori e opinione pubblica, affinché la dignità, la tutela e la riservatezza dei minori restino un principio imprescindibile.


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