Amianto e rifiuti pericolosi, una storia vera: il caso Oricola

Lettera firmata

30 Settembre 2010   11:19  

Riceviamo e pubblichiamo

L'oggetto è un capannone situato presso l'ex fornace Corvaia in località Golfarolo (Comune di Oricola, AQ) e confinante con i territori della Piana del Cavaliere, Carsoli, Pereto, ecc.

I soggetti
- la proprietà del sito- la Procura della Repubblica di Avezzano- il Comune di Oricola- il Dipartimento della Protezione Civile di Roma- la Prefettura dell'Aquila- l'Amministrazione Provinciale dell'Aquila- la ASL di Avezzano-Sulmona- l'agenzia per l'ambiente ARTA Abruzzo- la Regione Abruzzo.

Le carte - le carte della vicenda del capannone di amianto, scritte a vario titolo nel corso degli anni, costituiscono un faldone ormai cospicuo e polveroso più del sito dei veleni che denunciano, accusano, condannano ...- le carte, ...giacciono tutte lì, negli uffici che ricevono le segnalazioni e si rimpallano i doveri, nelle stanze dove si registra, si protocolla, si sentenzia ... - le carte sono pesanti e ferme come e più della struttura incriminata che pur qualche sussulto manifesta nel crollo e nella dispersione aerea dei suoi pezzi- le carte, tante e nessuna che protegge realmente, riferiscono esposti e denunce, ispezioni e analisi, ordinanze e ingiunzioni, sequestri e processi... ma da decine d'anni le sostanze nocive che contaminano l'aria, la terra, le acque, incombono ogni momento, gravi, pericolose, terribili, ...cancerogene- le carte ci sono tutte, per dare finalmente concretezza alle disposizioni previste, per avviare a soluzione una vicenda gravissima e non più tollerabile di offesa alla salute e all'ambiente- le carte ci sono tutte per realizzare un passo che rafforzerà nell'animo dei cittadini, dei residenti, dei contribuenti e degli elettori quella fiducia per le istituzioni che talvolta essi sentono vacillare.

La domanda
: Potranno le tante citate carte tradursi in un intervento definitivo e conclusivo di concreta messa in sicurezza di questo territorio?

I pericoli in corso
- il capannone in cemento-amianto, abbandonato, diroccato e pericolante è stato, da circa un ventennio, continuativamente aggredito dagli elementi atmosferici e dalla vegetazione che ne hanno provocato sfaldamenti e crolli- l'estensione dell'amianto in matrice friabile e di altri rifiuti pericolosi, già valutata in circa 10000 mq, potrebbe rivelarsi sottostimata- i materiali cancerogeni gravano su un'area al di sotto della quale si trovano le falde acquifere di pescaggio dei pozzi d'acqua di uso domestico- la costruzione che insiste sul sito summenzionato appare sempre più strutturalmente degradata ed ai limiti del collasso- un cedimento della costruzione portante accrescerebbe a dismisura il quantitativo delle fibre di amianto in aerodispersione- un inciso tecnico: trattasi, secondo l'ASL di Avezzano-Sulmona e l'Agenzia per l'ambiente ARTA Abruzzo, di sostanze estremamente pericolose per la salute: amianto in matrice friabile del tipo crisotilo o asbesto bianco e crocidolite o asbesto blu; in altre parole, polveri e microfibre amiantifere che, liberate dalle aggressioni atmosferiche e poste in aerodispersione sono, se inalate, letali e cancerogene anche a distanze "notevoli".

I tempi trascorsi
- il tempo trascorso dalle certificazioni ASL e ARTA che attestano la pericolosità del sito è di tre anni e mezzo- il tempo massimo di trenta giorni previsto dall'Ordinanza del comune di Oricola per lo sgombero e la bonifica è scaduto da tre anni- il tempo trascorso dal sequestro penale e dalle prime notifiche sanzionatorie è di due anni e sei mesi- il tempo trascorso dall'emanazione della sentenza (che ha decretato la condanna della persona fisica proprietaria del sito e ordinato la bonifica del sito) è di un anno- il tempo scorre: ad oggi, 29 settembre 2010, nessun provvedimento concreto di messa in sicurezza, nessuna rimozione dei materiali inquinanti, nessuna bonifica del territorio, ecc. e si è in attesa di veder attuato quanto disposto da ARTA e ASL, ordinato dal Comune di Oricola, sollecitato dalla Protezione Civile di Roma, dalla Regione Abruzzo, dalla Provincia e dalla Prefettura di L'Aquila e, da ultimo, intimato dalla Procura di Avezzano.

Cosa dice la legge

Articoli tratti (e qui liberamente riproposti) dal Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152  "Norme in materia ambientale", pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 88 del 14 aprile 2006    Stante lo stato dell'arte di questa vicenda la legge prevede quanto segue:- Articolo 244 (ordinanze) - Se il proprietario del sito non provvede, gli interventi necessari sono adottati dall'amministrazione competente in conformità a quanto disposto dall'articolo 250.- Articolo 247 (siti soggetti a sequestro) - Nel caso in cui il sito inquinato sia soggetto a sequestro, l'autorità giudiziaria che lo ha disposto può autorizzare l'accesso al sito per l'esecuzione degli interventi di messa in sicurezza, bonifica e ripristino ambientale delle aree, anche al fine di impedire l'ulteriore propagazione degli inquinanti ed il conseguente peggioramento della situazione ambientale.- Articolo 250 (bonifica da parte dell'amministrazione) - Qualora i responsabili della contaminazione non provvedano, gli interventi sono realizzati dal comune territorialmente competente e, ove questo non provveda, dalla regione.

Lettera firmata

 


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