Anche la Brioni in mano francese

30 Luglio 2011   20:22  

Dopo Parmalat e Bulgari, un'altra azienda italiana parlerà francese. La holding del lusso controllata dalla famiglia Pinault, ha siglato un contratto preliminare con i soci della Brioni, la griffe leader nel segmento del formale uomo, per acquistare il 100% della società. Il valore finale della transazione è di circa 350 milioni di euro, e il contratto prevede una serie di step con i quali il colosso francese otterrà il controllo della griffe, che conta di chiudere il 2011 con un fatturato superiore ai 180 milioni, 25 milioni di ebitda e un debito di circa 90 milioni. I soci di Brioni che cedono sono gli eredi delle famiglie Fonticoli e Savini, fondatori della storica sartoria, 75 anni fa. Il cuore produttivo della Brioni, circa 1.300 dipendenti, è in Abruzzo. A Penne, sede storica dell'azienda, dove ha sede anche la fondazione Fonticoli, lavorano 1000 addetti alla produzione dei capospalla (gli abiti indossati da Barak Obama o da Donald Trump); a Collecorvino 100 per la linea donna; a Montebello 160 nel settore Sportwear e camiceria, infine 20 a Civitella Casanova nella maglieria. La Brioni ha risentito della crisi finanziaria internazionale e da due anni cercava un partner finanziario. Non aveva comunque smesso di investire, aprendo altri negozi in giro per il mondo, in Messico, Giappone, Cina, India, Spagna (ultimo un negozio monomarca a Dusseldorf). Oggi conta oltre 30 punti vendita nelle città più grandi del mondo (il primo mercato sono gli Usa, seguiti da Russia e Cina).
Con il sindacato è in corso un accordo che prevede cassa integrazione di 1 giorno alla settimana e mobilità volontaria e incentivata. Con questa operazione Ppr di Henry Pinault prosegue il riposizionamento verso i marchi di lusso e sportivi, partito con l'acquisto di Gucci e Puma. Ieri l'agenzia Reuters riportava che in linea con questa operazione Pinault ha deciso la vendita di Redcats dal quale dovrebbe ricavare tra 1.5 e 2 miliardi di dollari da destinare ai nuovi investimenti.
Dalla famiglia nessuno conferma i rumors, ma fanno sapere che "da due anni stanno lavorando per cercare un'investitiore che possa affiancare la griffe da un punto di vista finanziario". Il fatto certo è che Brioni si trova nella necessità di trovare risorse finanziari per la crescita, dopo essersi indebitato 4 anni fa con l'uscita dell'AD Umberto Angeloni. Nel 2010 il fatturato della società è stato di 190 milioni di euro con un ebitda del 25% e un indebitamento di 90 milioni di euro.


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