Anche la Regione Abruzzo dice no al decreto ammazza-fotovoltaico

Intervista all'assessore Alfredo Castiglione

09 Marzo 2011   12:50  

Al nostro microfono l'assessore regionale Alfredo Castiglione afferma che il decreto Romani, che pone una stretta gli incentivi al mercato dell'energia fotovoltaica, va rivisto perché rischia di mettere in crisi uno dei (pochi) settori in salute e in crescita dell'economia abruzzese e italiana.

Si dice insomma nella sostanza d'accordo con la Confindustria Pescara e Cna che in una nota affermano quanto segue:

''Il decreto legislativo sulle fonti rinnovabili, votato nei giorni scorsi dal Consiglio dei ministri, rischia di provocare danni serissimi al mercato abruzzese delle energie alternative, e alle imprese che hanno scommesso su questa positiva fetta di mercato. Le due associazioni sottolineano come il decreto «infranga alcuni principi del nostro ordinamento giuridico, quali la certezza del diritto e il legittimo affidamento». Infatti, le aziende che hanno presentato richiesta per il titolo autorizzato successivamente all'1 gennaio 2011, data di entrata in vigore del decreto legislativo, si vedono escluse dalla possibilità di realizzare impianti fotovoltaici, pur avendo programmato investimenti e interventi.

In Abruzzo - prosegue la nota - sono stati realizzati 3.629 impianti fotovoltaici, capaci di generare 71 mega watt di potenza, con 800 imprese e circa 2mila e 500 addetti. Un mercato partito in ritardo rispetto a quello più vivace di regioni limitrofe, come le Marche, ma che ora rischia addirittura di segnare il passo, proprio a causa dei limiti imposti dalle decisioni dell'esecutivo. Con questa decisione, l'intera filiera produttiva collegata viene messa in crisi, a tutto danno di un settore che ha creato ricchezza e posti di lavoro.

Di particolare gravità appare la decisione di modificare unilateralmente, e senza alcuna concertazione preventiva con le forze sociali, il contenuto del terzo "Conto Energia" approvato con un decreto in vigore da appena un paio di mesi: con il risultato di determinare il blocco degli incentivi a partire dal 1 giugno 2011. In questo modo, si è creata una situazione di grave incertezza e confusione per le imprese che hanno investito nel settore delle energie rinnovabili, seguendo le indicazioni contenute nel tariffario legato al terzo "Conto Energia".


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