Il Presidente della maggiore Organizzazione Imprenditoriale commenta  così la proposta  rilasciata a seguito dei dati congiunturali presentati  dal CRESA dall'Assessore regionale allo  Sviluppo Economico, Alfredo Castiglione, sulla possibilità di istituire  in Abruzzo un nuovo Osservatorio sull'economia reale.
 "Con l'Assessore regionale abbiamo avviato importanti percorsi, ancora  da concretizzare, su molte questioni ma l'idea di istituire in Abruzzo  un nuovo osservatorio sull'economia reale risulta veramente di  difficile comprensione e per certi versi controproducente e pericolosa.
 Sicuramente può essere utile potenziare e adeguare le strutture già  esistenti in regione che da sempre hanno svolto un lavoro di  monitoraggio e ricerca rilevatosi negli anni sempre utile e prezioso per  la costruzione costante di un quadro congiunturale di riferimento sulla  realtà economica -e produttiva in particolare- in Abruzzo.
 L'istituzione di ulteriori strutture di rilevazione statistica lascia  invece immaginare da una parte la previsione di ulteriori organismi  forieri di altri costi per la collettività e dall'altra la possibilità  che la cd. economia reale da rilevare altro non sia che la  rappresentazione che l'assessorato di turno (a prescindere dal colore  partitico) ha interesse a dare della realtà economica.
 Altra cosa è prevedere l'inserimento nel paniere degli indicatori  economici altri punti di riferimento  quali quelli connessi agli  investimenti effettuati dalle imprese per progetti di ricerca, di  internazionalizzazione o, sempre a titolo esemplificativo, di  aggregazione tra imprese. In questa logica qualitativa, peraltro, già si  muove  l'Indagine semestrale di Confindustria Abruzzo che però ha una gittata semestrale e ben si armonizza con quella trimestrale del  CRESA. Ambedue le Indagini, peraltro, si rivolgono direttamente alle  Imprese, riportandone in modo diretto e non mediato le impressioni e i  dati. E va anche detto che ambedue gli studi, pressoché in tutte le  occasioni, mostrano assonanza di risultati.
 Va detto anche che le Indagini svolte a livello regionale su determinati  campioni di riferimento economici possono anche non essere pienamente  corrispondenti ad altre rilevazioni svolte a livello nazionale che si  basano su archi temporali e campionamenti statistici di riferimento  diversi e che spesso non colgono il clima di fiducia e le aspettative  del territorio. In tal senso, la statistica e in particolare la  statistica economica, non può essere oggetto di valutazioni umorali:  piuttosto di conoscenze e competenze reali.
 Nello specifico, peraltro, suona veramente strano contestare dati  congiunturali negativi (quelli diffusi dal CRESA) in un momento in cui  l'intera economia nazionale, oltre che europea, è alle prese con una  recessione di gravità eccezionale per portata e cause. In questa logica è  poi veramente non condivisibile l'affermazione, sempre dell'Assessore  regionale Castiglione, secondo cui altri dati  quelli parziali diffusi  dall'Istat nei giorni scorsi- metterebbero fine ad una crisi che  purtroppo è appena agli inizi e di cui parlano tutti i maggiori centri e  organismi economici a livello mondiale.
 Risulta poi ancor meno comprensibile anche l'affermazione per cui la  competitività non si misura in macchine e capannoni: la ricerca e  l'innovazione sono obiettivi fondamentali ma devono tradursi in economia  e l'economia reale, anche quella della conoscenza, nel concreto è fatta  di investimenti materiali, produzione, occupazione, ordinativi e  fatturato