Angelucci (Confindustria Abruzzo): non serve un nuovo osservatorio dell'economia reale

16 Marzo 2012   22:37  

Il Presidente della maggiore Organizzazione Imprenditoriale commenta così la proposta  rilasciata a seguito dei dati congiunturali presentati dal CRESA dall'Assessore regionale allo Sviluppo Economico, Alfredo Castiglione, sulla possibilità di istituire in Abruzzo un nuovo Osservatorio sull'economia reale.
"Con l'Assessore regionale abbiamo avviato importanti percorsi, ancora da concretizzare, su molte questioni ma l'idea di istituire in Abruzzo un nuovo osservatorio sull'economia reale risulta veramente di difficile comprensione e per certi versi controproducente e pericolosa.
Sicuramente può essere utile potenziare e adeguare le strutture già esistenti in regione che da sempre hanno svolto un lavoro di monitoraggio e ricerca rilevatosi negli anni sempre utile e prezioso per la costruzione costante di un quadro congiunturale di riferimento sulla realtà economica -e produttiva in particolare- in Abruzzo.
L'istituzione di ulteriori strutture di rilevazione statistica lascia invece immaginare da una parte la previsione di ulteriori organismi forieri di altri costi per la collettività e dall'altra la possibilità che la cd. economia reale da rilevare altro non sia che la rappresentazione che l'assessorato di turno (a prescindere dal colore partitico) ha interesse a dare della realtà economica.
Altra cosa è prevedere l'inserimento nel paniere degli indicatori economici altri punti di riferimento  quali quelli connessi agli investimenti effettuati dalle imprese per progetti di ricerca, di internazionalizzazione o, sempre a titolo esemplificativo, di aggregazione tra imprese. In questa logica qualitativa, peraltro, già si muove  l'Indagine semestrale di Confindustria Abruzzo che però ha una gittata semestrale e ben si armonizza con quella trimestrale del CRESA. Ambedue le Indagini, peraltro, si rivolgono direttamente alle Imprese, riportandone in modo diretto e non mediato le impressioni e i dati. E va anche detto che ambedue gli studi, pressoché in tutte le occasioni, mostrano assonanza di risultati.
Va detto anche che le Indagini svolte a livello regionale su determinati campioni di riferimento economici possono anche non essere pienamente corrispondenti ad altre rilevazioni svolte a livello nazionale che si basano su archi temporali e campionamenti statistici di riferimento diversi e che spesso non colgono il clima di fiducia e le aspettative del territorio. In tal senso, la statistica e in particolare la statistica economica, non può essere oggetto di valutazioni umorali: piuttosto di conoscenze e competenze reali.
Nello specifico, peraltro, suona veramente strano contestare dati congiunturali negativi (quelli diffusi dal CRESA) in un momento in cui l'intera economia nazionale, oltre che europea, è alle prese con una recessione di gravità eccezionale per portata e cause. In questa logica è poi veramente non condivisibile l'affermazione, sempre dell'Assessore regionale Castiglione, secondo cui altri dati  quelli parziali diffusi dall'Istat nei giorni scorsi- metterebbero fine ad una crisi che purtroppo è appena agli inizi e di cui parlano tutti i maggiori centri e organismi economici a livello mondiale.
Risulta poi ancor meno comprensibile anche l'affermazione per cui la competitività non si misura in macchine e capannoni: la ricerca e l'innovazione sono obiettivi fondamentali ma devono tradursi in economia e l'economia reale, anche quella della conoscenza, nel concreto è fatta di investimenti materiali, produzione, occupazione, ordinativi e fatturato


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