Un post su Facebook a Montesilvano provoca accuse di discriminazione, difesa del titolare e discussione pubblica sul ruolo dei requisiti personali nel lavoro.
Un annuncio di lavoro pubblicato su un gruppo Facebook dedicato a Montesilvano, in provincia di Pescara, ha scatenato un’ondata di polemiche. Il messaggio recitava: “Cercasi parrucchiere uomo gay con partita Iva”, rivolto a professionisti specializzati nel settore femminile. Il requisito richiesto – l’orientamento sessuale – ha acceso immediatamente il dibattito online, con accuse di discriminazione e commenti contrastanti che hanno portato alla rimozione del post.
Autore del messaggio è Alessandro Tacconelli, titolare del salone “Sp” di Montesilvano, che ha spiegato di non avere alcun intento offensivo o promozionale, ma solo una specifica esigenza di tipo imprenditoriale. Secondo Tacconelli, infatti, “i parrucchieri gay mostrano spesso una maggiore sensibilità, manualità e uno stile capace di offrire un’esperienza particolare alla clientela femminile”.
Il salone, trasferito da Città Sant’Angelo a Montesilvano cinque mesi fa insieme alla moglie Sabina Pallini, punta a distinguersi offrendo un servizio di alto livello: dai trattamenti personalizzati all’accoglienza con cocktail, caffè e aperitivi. “Le nostre clienti – ha sottolineato Tacconelli – devono sentirsi regine, coccolate e trattate con la massima professionalità”.
La vicenda ha comunque sollevato un tema più ampio: quello del confine tra libertà di impresa e rispetto dei principi di uguaglianza. Tacconelli ha ribadito che il suo intento è “trasmettere un messaggio positivo, di parità e libertà mentale, perché etero e gay hanno lo stesso valore e meritano uguale rispetto”.
Non è la prima volta che un annuncio simile fa discutere. Già nel 2019, a Rovereto, il titolare di un altro salone di bellezza aveva pubblicato un post con lo stesso requisito, difendendo la scelta come dettata dall’esperienza professionale e non come atto discriminatorio.