Appello al Consiglio di Stato per scongiurare aumento pedaggi. Accolto il ricorso in primo grado

29 Aprile 2011   22:19  

L'Avvocatura dello Stato ha proposto appello al Consiglio di Stato per contestare le sentenze con le quali nel febbraio scorso il Tar del Lazio annullò il decreto ministeriale che dispose aumenti delle tariffe sulle strade che si interconnettono con autostrade e raccordi autostradali in gestione diretta dell'Anas, compreso il Grande Raccordo Anulare di Roma.

E, allo scopo, individuò nuove stazioni di esazione. L'appello è stato formalmente depositato al Consiglio di Stato e si attende adesso la fissazione dell'udienza di discussione. Il Tar accolse i ricorsi proposti dalla provincia di Roma, ma anche dalle province di Firenze, Rieti, Ferrara e Pescara, nonché dalla regione Toscana, dal comune di Fiano Romano (ma sono stati 41 i comuni che si schierarono con la provincia di Roma) e dal Movimento dei cittadini.

Nello stesso si sostiene che la pronuncia del Tar appare "erronea e ingiustamente gravatoria degli interessi delle amministrazioni", sottolineando come, tra l'altro, l'atto governativo "si connota - si legge nell'appello - per un'assoluta provvisorietà, essendo destinato a cessarne l'efficacia non appena sarà adottato il decreto recante criteri e modalità di applicazione del pedaggio", che "le entrate derivanti dalla riscossione del pedaggio sono vincolate ad investimenti relativi ad opere ed interventi di manutenzione straordinaria in corso di esecuzione" e che, individuando le stazioni di esazione del pedaggio in luoghi non direttamente posti su autostrade o raccordi autostradali di competenza Anas, il decreto "ha individuato la soluzione meno costosa per la collettività che altrimenti avrebbe dovuto sobbarcarsi con un pedaggio maggiorato anche l'onere di realizzazione di barriere o caselli appositamente realizzati per lo scopo".


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