Aquilano copre per amore donna cinese che gestiva due "bordelli" nel capoluogo

21 Maggio 2014   11:00  

Una donna cinese mette a disposizione di alcune ragazze, per l’attività di meretricio, due appartamenti all'Aquila, a sua volta messi a disposizione da un uomo aquilano che si adopera anche per portare le ragazze sul luogo di lavoro e rifornirle di generi di prima necessità durante lo svolgimento dell’attività lavorativa. Della donna si innamora, però, un giovane aquilano che, pur di farla restare in Italia, convince la madre a dichiarare falsamente di averla alle dipendenze come lavoratrice domestica.

I FATTI

I fatti risalgono a diverso tempo fa quando personale della Sezione criminalità straniera e prostituzione di questa Squadra Mobile nota degli anomali movimenti di persone nei pressi di una abitazione di Via Ulisse Nurzia. Dall’attività che si sviluppa emerge che l’appartamento in questione è frequentato da ragazze cinesi e dall’andirivieni di uomini sempre diversi, a qualsiasi ora del giorno, si percepisce che l’abitazione in argomento è una vera e propria casa di appuntamenti. Durante gli appostamenti si rileva la presenza di una ragazza cinese, sempre la stessa, che tutte le mattine si reca sul posto, seguita, subito dopo, da altre ragazze, diverse a seconda dei giorni, accompagnate da un uomo a bordo di una autovettura. Dai controlli emerge che il proprietario dell’appartamento è la stessa persona che tutti i giorni si fa carico di accompagnare le ragazze “al lavoro” e di rifornirle poi, durante la giornata, di generi di prima necessità. Si riscontra poi che lo stesso uomo, in epoca precedente, aveva dichiarato di avere alle proprie dipendenze, come lavoratrice domestica, una ragazza cinese che da comparazione di foto ed immagini risulta essere la stessa che tutte le mattine si reca nell’appartamento di Via Nurzia.

Si apprende, inoltre, che l’uomo avrebbe fatto da mediatore fra una agenzia immobiliare ed una donna cinese, per l’affitto di un appartamento in Avezzano e che, qualche tempo prima, aveva messo a disposizione della stessa donna l’appartamento di proprietà in questa Via G. Di Vincenzo, dove, dalle informazioni assunte, ci sarebbe stato lo stesso via-vai di ragazze cinesi e di uomini, con le stesse modalità poi riscontrate in Via Nurzia.

Dal controllo effettuato in Prefettura si rileva che la donna cinese aveva un permesso di soggiorno come collaboratrice domestica presso una famiglia aquilana. Dagli accertamenti esperiti in merito si veniva a conoscenza che un ragazzo aquilano, innamoratosi della straniera, aveva convinto i propri familiari a rendere false dichiarazioni circa l’assunzione della donna al fine di farle avere la documentazione necessaria per farla restare sul territorio italiano.

Alla luce degli elementi raccolti quattro persone sono state deferite all’Autorità Giudiziaria:
Y. (cognome) S. (nome), cinquantenne donna cinese;
M. (cognome) N. (nome), marsicano quarantottenne con precedenti di polizia per reati ambientali;
C. (cognome) M. (nome), aquilano trentenne incensurato;
M. (cognome) M. (nome), madre di C.M.

I primi due per “favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione”, madre e figlio per “false attestazioni”.


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