Per risalire ad arresti cosi' eclatanti in Abruzzo nell'ambito politico bisogna risalire alla notte tra il 29 e il 30 settembre 1992. La Procura della repubblica dell'Aquila mando' in carcere l'intera Giunta regionale guidata dal presidente Rocco Salini. Nessuno escluso. L'esecutivo, secondo l'allora Pm Fabrizio Tragnone, era accusato di aver assegnato ricorrendo ad abusi, fondi europei del programma Pop (Programma operativo plurifondo). Fu un vero e propri sconquasso politico e la notizia fece subito il giro del mondo. Anche il New York Times gli dedico' la prima pagina. Per gli indagati furono anni terribili, la fine d'una storia politica, che aveva visto al suo centro, incontrastata per quasi quarant'anni, la Dc. Secondo l'accusa la spartizione riguardava quasi 300 miliardi di vecchie lire. Ma l'accusa cadde' nel 1996, quando il governo con un decreto decise di cancellare il reato d'abuso d'ufficio. Tutti gli imputati furono poi assolti in via definitiva dalla Cassazione, dopo le condanne in primo e secondo grado. Solo il presidente Rocco Salini si portera' dietro una condanna definitiva per falso.