Asse attrezzato, slitta l'istituzione del pedaggio mentre continua la battaglia legale

02 Maggio 2011   09:43  

Per la gioia dei circa 300mila automobilisti che percorrono ogni giorno l’Asse attrezzato l'istituzione del pedaggio sul raccordo che collega Chieti a Pescara, che doveva scattare dal primo maggio, è stata rinviata.

L’Anas in ogni caso ha già assegnato l’appalto per la realizzazione di un avveniristico sistema di pagamento del pedaggio tramite telerilevamento, cioè con l’utilizzo delle telecamere per individuare il passaggio dei veicoli. Niente caselli, insomma.

Ma i tempi, che sono necessariamente lunghi, sono ulteriormente rallentati dalla mancanza dei provvedimenti attuativi, che tardano ad arrivare. Sono tre, secondo quanto riferito dal ministro Matteoli, i provvedimenti necessari: un decreto del governo che indichi con precisione le tratte da assoggettare al pagamento; un decreto ministeriale per regolamentare il sistema di tariffazione; un altro decreto per fissare le categorie che beneficeranno di sconti ed esenzioni.

E nè l'Anas nè la Strada dei parchi, società titolare della concessione delle autostrade abruzzesi A24 e A25, sono ad oggi in grado di indicare la tempistica.

Il contestatissimo balzello intanto continua ad essere al centro di una battaglia legale che vede contrapposti gli amministratori locali e il governo centrale.

A condurla in prima linea il presidente della Provincia di Pescara Guerino Testa, per l'Abruzzo, e il sindaco di Roma Gianni Alemanno per quanto riguarda i raccordi autostradali della capitale. Entrambi di centrodestra.

Testa incontrerà oggi l’avvocato Giorgio Fraccastoro, il legale che ha curato il ricorso al Tar, per studiare altre azioni.

Diverse, però, le tappe già segnate fino ad oggi.

Il 29 luglio dell’anno scorso il Tar ha accolto, in via cautelare, il ricorso della Provincia bloccando il pedaggio già introdotto dal primo luglio.
Il 3 agosto, il Consiglio di Stato ha respinto la richiesta dell’Anas e della presidenza del Consiglio dei ministri di intervenire sulla controversa vicenda.
Il primo settembre, il Consiglio di Stato ha confermato la decisione del Tar.
Il 21 febbraio di quest’anno, il Tar del Lazio si è pronunciato, annullando il decreto del presidente del Consiglio del 25 giugno 2010 in cui erano stati indicati i raccordi da assoggettare ai pedaggi.
Tre giorni fa, il governo si è rivolto all’avvocatura dello Stato per far partire un nuovo ricorso contro lo stop del Tar

Sempre nell'incontro di un mese fa con una delegazione composta dai vertici degli enti locali interessati al balzello, Camera di commercio e Confindustria, il ministro Matteoli aveva ipotizzato un tempo massimo di 5 mesi per dare il via al pedaggio. Ma ad oggi, trascorsi cinque mesi, è stato fatto solo un primo sopralluogo.


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