Assemblea ANCI, Di Marco, aperto confronto per il Bene del Paese

03 Novembre 2015   10:29  

"Nonostante le ristrettezze e i sacrifici a cui sono sottoposte le politiche di bilancio e malgrado la lunga crisi economica, i Comuni sono e restano decisivi nel passaggio che dobbiamo affrontare.

Decisivi per la qualita' della vita dei cittadini, per la qualita' dei servizi e delle innovazioni, per l'integrazione, serena e ordinata, degli immigrati, per la creazione di quell'humus che deve tenere insieme sviluppo e lavoro, sostenibilita' e solidarieta'".

E' questo il cuore dell'intervento che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha tenuto davanti alla platea di sindaci ed amministratori riuniti a Torino per l'ultima giornata della XXXII Assemblea nazionale dell'Anci (29-31ottobre).

Un'assemblea storica, perche' caduta nel momento di trasformazione dell'organizzazione degli enti locali e alla vigilia di alcune modifiche costituzionali che cambieranno la governance delle amministrazioni pubbliche. Un'assemblea che ha aperto un confronto utile anche sulle Province, viste non piu' come enti da eliminare ma come "Hub dei servizi ai cittadini" da riorganizzare e mantenere ampliandone funzioni .

"Un successo su tutti i fronti - racconta Antonio Di Marco, presidente della Provincia di Pescara e presidente dell'UPI Abruzzo, che ha seguito la tre giorni di lavori dell'assemblea, all'interno del Lingotto di Torino.

"Un successo per noi presidenti di Provincia impegnati all'interno dell'UPI, che dalla scorsa estate ci stiamo battendo con forza affinche' le Province non vadano in dissesto. Abbiamo gestito un'emergenza istituzionale-finanziaria indotta, senza precedenti nella storia delle autonomie locali. Il decreto legge 78 ha dato un aiuto essenziale per salvare i bilanci 2015 dei nuovi enti di area vasta e siamo riusciti a fare i bilanci degli anni in corso, e dunque a riprendere attivita' e investimenti.

Ora dobbiamo riuscire, e dopo questa assemblea sono ottimista, a far passare gli emendamenti in Senato per modificare la Legge di stabilita', cancellando il taglio di 500 milioni sulle Province che, se dovesse rimanere, manderebbe in dissesto tutte le Province italiane.

Ora - conclude Di Marco - dobbiamo creare le condizioni per svolgere il nostro compito dal 2016 e negli anni successivi, programmare il futuro dei nostri territori".


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