Assistenza alla popolazione: la stretta economica è sui terremotati. Sul resto non si bada a spese

18 Gennaio 2012   13:19  

Impiegati, uscieri, personale presumibilmente senza nessuna competenza specifica che al costo di 60mila euro l'anno lavora a L'Aquila arrivando da Roma con ulteriore costo di 156 euro al giorno per la trasferta, un peso economico sulla ricostruzione aquilana di circa 120mila euro l’anno per lavoratore. A fari i conti è Carlo Costantini, capogruppo dell'Idv in consiglio regionale, e oggetto di analisi sono i lavoratori di di Fintecna e Patrimonio dello Stato Spa, ovvero le Società che costituiscono il primo gradino della filiera della ricostruzione.

Costantini parla di costi abnormi e di scelte discutibili perché con quei soldi si potrebbe garantire il lavoro a oltre 100 aquilani. E chiede conto a Chiodi, che laconico fa sapere “Non compete alle strutture commissariali retribuire il personale di Fintecna, di Reluis né tantomeno di Cineas".

Se le cifre di Costantini troveranno conforto dalle carte si accetta a fatica la scelta del commissario vicario con delega all'assistenza alla popolazione Antonio Cicchetti che in una recente ordinanza dà una stretta ai costi relativi all'assistenza con l'obiettivo di ridurre la spesa pubblica, riduzione che parte dai cittadini terremotati.

A farne le spese è il contributo dell'autonoma sistemazione, chi ne usufruisce, ovvero 11.700 persone, non percepirà più l'aumento di 200 euro attualmente stabilito. E soprattutto si punta a riempire gli alloggi del progetto case che man mano si liberino, a rientrarci saranno in primis le famiglie bisognose e poi tutti coloro che attualmente sono alloggiati in alberghi ovvero 531 persone.

Cicchetti dà la stretta da una parte, dall'altra una recente denuncia di un ex dipendente dell'Sge rivelava spese pazze dai 400mila euro di telefonate ai 2 milioni di euro di affitti per container ai 450mila euro per la manutenzione dei mezzi militari che presidiano la zona rossa. Razionalizzazione e riduzione della spesa che non tocca tutti.

Intanto passano al comune tutte le competenze circa la gestione della popolazione, e dopo mesi in cui il Comune chiedeva questa passaggio di competenze dall'alto arriva l'ordinanza di Cicchetti che modifica in aprte l'assetto di gestione delle diverse realtà  degli sfollati.

 


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