Da bordo della “Karma”, il giornalista lancia l’allarme su escalation di attacchi e definisce le azioni notturne come atto di pirateria internazionale.
Durante un collegamento in diretta da Pescara con l’imbarcazione Karma, facente parte della Global Sumud Flotilla, il giornalista Saverio Tommasi – presente a bordo – dichiara che gli ultimi eventi costituiscono un possibile incremento degli attacchi, pericolosi sia per frequenza sia per potenza. “Finora non ci sono stati feriti, ma se la pressione aumenta potrebbero esserci conseguenze serie”, afferma.
Tommasi si riferisce all’episodio notturno in cui la flottiglia è stata sorvolata da droni, una situazione che definisce “atto di pirateria”. L’azione non mirava direttamente alla Karma, ma condizionava la navigazione della flotta. Racconta di quattro ore trascorse con lo sguardo rivolto al cielo, per monitorare i droni che oltrepassavano il perimetro della flottiglia e lanciavano bombe sonore — dispositivi in grado di infiammare vele e compromettere la navigazione. In aggiunta, vi sarebbero stati attacchi con sostanze urticanti. In reazione, gli equipaggi hanno deciso di rimuovere tutte le vele come misura difensiva.
Al momento dell’aggressione, la Flotilla si trovava a 27 miglia dalle coste greche, in acque internazionali, circostanza che, secondo Tommasi, legittima la definizione tecnica di pirateria. L’atmosfera a bordo è di massima attenzione: si procede con le manovre necessarie, mantenendo triangolazioni strette fra le imbarcazioni e intensificando i canali di comunicazione interna. “Non disperderci è stata la prima risposta”, conclude, in un contesto di rischio costante.
Secondo fonti giornalistiche recenti, l’attacco sarebbe parte di una serie di aggressioni subite dalla Global Sumud Flotilla nelle ultime settimane. Alcuni mezzi sarebbero stati colpiti da esplosivi lanciati da droni nelle acque internazionali a sud della Grecia. In risposta, l’Italia ha disposto l’invio della fregata Virginio Fasan per supportare la missione e vigilare sulla sicurezza delle imbarcazioni.
In passato, episodi analoghi erano già stati denunciati: un’imbarcazione della flottiglia sarebbe stata attaccata da un drone nel porto di Tunisi, provocando danni ma nessun ferito. Anche allora furono segnalate esplosioni e dispositivi incendiari.
Il progetto “Tutti gli occhi sul Mediterraneo” (TOM) dell’ARCI testimonia con questa esperienza le tensioni che accompagnano le missioni umanitarie in acque sensibili. La definizione legale dell’evento come pirateria potrebbe avere implicazioni in ambito internazionale, sollevando questioni di responsabilità e tutela delle merci e delle persone che navigano in acque internazionali.
La situazione rimane in evoluzione. Nei prossimi giorni è atteso un aggiornamento ufficiale da parte delle autorità competenti e possibili verifiche tecniche per identificare i mezzi e gli autori degli attacchi.