Attentato dinamitardo sfumato a Pescara per ordigno difettoso

Potenziale vittima il pregiudicato Carmine D'Antuono

15 Ottobre 2010   12:54  

Dalle indagini contro i clan stabiesi, nel Napoletano, che hanno portato all'esecuzione di 25 fermi, è emerso anche che la cosca D'Alessandro aveva progettato un attentato con un'autobomba per uccidere il pregiudicato rivale, Carmine D'Antuono, che si era trasferito nella zona di Pescara. Lo rivela il collaboratore di giustizia Antonio Esposito: "Avevo saputo che lo stesso si era trasferito nella zona di Pescara dove aveva aperto una pizzeria ed un vivaio. Mi ero procurato, tramite una persona di Sora o di Avezzano, anche un ordigno fabbricato artigianalmente e telecomandato con un apparecchio cellulare modificato. Con questa bomba collocata sotto il furgone della ditta del D'Antuono si doveva effettuare per l'appunto un attentato ai suoi danni e ai danni del figlio di nome Gennaro".

"L'agguato dinamitardo doveva essere effettuato proprio nella zona di Pescara e a collocare l'ordigno ed a premere il telecomando dovevamo essere io e Montagna Ernesto. Questo progetto omicidiario sfumò perché il giorno stesso prima di partire per l'Abruzzo, provammo l'ordigno in una campagna e questi risultò difettoso". D'Antuono venne poi assassinato a Gragnano il 28 agosto 2008 assieme a Federico Donnarumma da Catello Romano, reo confesso anche dell'omicidio del consigliere comunale di Castellammare Gino Tommasino.


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