Attentato in Afghanistan: morti 4 alpini, ferito un abruzzese

E' Luca Cornacchia, 31 anni di Pescina

09 Ottobre 2010   13:47  

AGGIORNAMENTI - Quattro alpini italiani sono morti e uno è stato ferito in un attentato nella zona di Farah, in Afghanistan.
Il ferito è un abruzzese, Luca Cornacchia (nella foto Ansa), di 31 anni, originario di Lecce nei Marsi ma residente a Roma.
I militari sarebbero stati vittime di un'imboscata al ritorno da una missione, alle 9.45 ora locale (le 7.15 in Italia). Si trovavano nella valle del Gulistan, nella provincia di Farah. Ci sarebbe stato sia un attacco con colpi di arma da fuoco, sia l'esplosione di un ordigno.

I quattro militari morti sono Gianmarco Manca, 32 anni di Alghero (Sassari), Marco Pedone, 23 anni di Patù (Lecce), e Sebastiano Ville, 27 anni di Francofonte (Siracusa), e Francesco Vannozzi, nato a Pisa nel marzo del 1984. Risultava ferito anche Michele Miccoli, di 28 anni, nato ad Aradeo (Lecce) e residente a Belluno, ma la notizia è stata smentita. Tutti i militari morti, e anche l'abruzzese ferito, erano in forza al 7° reggimento alpini di stanza a Belluno, inquadrato nella brigata Julia.

Luca Cornacchia, operato a un piede e non in pericolo di vita, è un caporalmaggiore nato a Pescina nel 1979. Vive a Roma insieme alla moglie Monica Cariola, originaria di Avezzano, e ha un figlio di due anni. I sui genitori vivono a Lecce nei Marsi. Il militare italiano è stato già operato a un piede. Subito dopo l'intervento ha chiamato la moglie per rassicurarla. È stata lei ad avvisare i suoceri.

I genitori di Cornacchia sono molto sollevati dalle notizie che sono giunte nella loro abitazione di Lecce nei Marsi, un comune a pochi chilometri da Avezzano. In casa della famiglia Cornacchia si e' portato il sindaco del Paese, Andrea Favoriti, il capitano dei Carabinieri della Compagnia di Avezzano ed altre autorita' militari.
"Siamo molto sollevati e rinfrancati dalle notizie delle condizioni di Luca - riferisce il sindaco Favoriti-, anche i genitori adesso sono piu' tranquilli. Noi come amministrazione comunale partecipiamo al cordoglio nazionale per questo ennesimo tributo di sangue pagato dai nostri militari".

SALME MILITARI IN ITALIA LUNEDI' MATTINA
Le salme dei quattro militari italiani uccisi in Afghanistan dovrebbero fare rientro in Italia lunedi' mattina. E' quanto si apprende da fonti della Difesa. L'aereo con a bordo i corpi di Gianmarco Manca, Francesco Vannozzi, Sebastiano Ville e Marco Pedone atterrera' all'aeroporto di Ciampino.

NAPOLITANO, VICINO A FAMIGLIE SOLDATI
Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, si e' fatto interprete del profondo cordoglio del Paese, ed ha espresso i sentimenti della sua affettuosa vicinanza e sincera partecipazione al dolore delle famiglie del Primo Caporal Maggiore Gianmarco Manca, del Primo Caporal Maggiore Francesco Vannozzi, del Primo Caporal Maggiore Sebastiano Ville e del Caporal Maggiore Marco Pedone, che hanno perso la vita nel gravissimo attacco terroristico, mentre assolvevano i propri compiti nell'ambito della missione ISAF in Afghanistan. E' quanto si legge in una nota del Quirinale.
Il Capo dello Stato ha altresi' chiesto, al Capo di Stato Maggiore della Difesa, gen. Vincenzo Camporini, di rendersi interprete presso l'Esercito dei sui sentimenti di cordoglio, di solidarieta' e di intensa partecipazione al dolore provocato da questo luttuoso evento.

Il Presidente Napolitano ha anche chiesto al gen. Camporini di far pervenire al Caporal Maggiore Scelto Luca Cornacchia, ferito nell'attacco, il suo incoraggiamento e un affettuoso augurio di pronto ristabilimento.

ORDINARIO MILITARE, MORTI PERCHE' PACE TRIONFI

"La sofferenza del cuore e' immensa e indescrivibile. Siamo veramente confusi e inquieti". Mons. Vincenzo Pelvi, ordinario militare per l'Italia, esprime "smarrimento" per l'attentato nel quale hanno perso la vita i nostri quattro militari, uomini andati in Afghanistan "al servizio della sicurezza internazionale anche perche' dalla sicurezza internazionale dipende la concordia e la tranquillita' nella nostra nazione". In un momento come questo, secondo Pelvi, "ci vuole consapevolezza, non solo nel sapere che gli Stati piu' deboli vanno protetti. I nostri militari - infatti - donano la forza di sperare, sono al servizio dell'uomo e ne dobbiamo essere piu' consapevoli tutti, di questo mandato del cuore, di questa missione divina scritta nel cuore dei nostri militari che donano loro stessi per creare, costruire e difendere la famiglia umana".

"E' possibile che non si metta fine alla guerra e al disagio di tante famiglie?", si domanda il presule. "Il sacrificio dei nostri militari - ricorda ai microfoni della Radio Vaticana - e' anche perche' in Italia ci sia un clima di dialogo, di distensione" e dunque rappresenta - un invito palpitante per gli uomini e le donne italiane perche' ci sia veramente intesa e cammino per un bene comune della nostra Patria e si costruisca nella realta' umana la famiglia delle famiglia, la famiglia dei popoli". Secondo il vescovo con le stellette, e ' necessaria "un'intesa politica internazionale che deve sostenere maggiormente, anche con gesti piu' visibili, il dono della vita dei nostri soldati e direi - rimarca - la bellezza di servire l'umanita' intera". Questa cooperazione, dice, "esiste ma ha bisogno di essere piu' esplicita, manifestata, veicolata". In concreto occorre superare i "particolarismi locali" per "tuffarsi in un segno di generosita' senza misura, perche' l'unita' dei popoli viene fuori anche dall'unita' delle guide degli Stati, dal superamento di individualismo ed egoismo" e cioe' da "una strategia che crea intese, che innalza ponti". Secondo l'ordinario militare, del resto, "le nostre Forze Armate reggono, perche' hanno alle spalle famiglie ed una Nazione come l?Italia che non sa godere nell'egoismo e dell?individualismo ma che sa aprirsi con coraggio fino ad offrire anche la vita. E tutto questo anche perche' i nostri militari, l'Italia, hanno radici cristiane". "Non possiamo non vedere - spiega - anche questo aspetto di dono, fino alla vita che viene dalla nostra fede in Gesu' Cristo. I nostri militari hanno dentro un di piu', che non e' solo la professione per dare concordia e pace ai popoli, ma e' anche la testimonianze di una vita che appresa dai propri genitori e dalle proprie comunita' cristiane". E tutto questo, per mons. Pelvi, "e' da spendere perche' tutti siano nella pace del cuore e nel benessere sobrio della vita quotidiana". "C'e' tanto bene - conclude - nelle persone e le Forze Armate portano una linfa nella realta' quotidiana di ogni giorno che illumina i percorsi complessi della storia con germi di fiducia e resurrezione".

FERITO SU FACEBOOK, MI SONO ROTTO DI STARE QUI
" Mi sono rotto di stare in Afghanistan perche' qui non ci si capisce...nulla". E' questo l'ultimo messaggio che il caporal maggiore scelto, Luca Cornacchia, rimasto ferito nell'attentato nella zona di Farah, dove hanno perso la vita quattro militari italiani, ha postato ieri sulla sua bacheca di Facebook, insieme ad una canzone di Carmen Consoli "Amore di Plastica". Per la foro del suo profilo su Facebook ha scelto una delle tante immagini di Ernesto Guevara, detto il "Che". Un'altra frase riportata nella bacheca del caporal maggiore recita : "Quanto doniamo e quanto amore mettiamo in quello che doniamo".

FERITO E' STATO OPERATO E DOPO HA PARLATO CON MOGLIE
Luca Cornacchia, il militare ferito nell'attacco di stmane, e' stato operato d'urgenza e subito dopo l'operazione ha potuto parlare telefonicamente con la moglie. Lo rendono noto i parenti a Lecce nei Marsi, dove risiedono i genitori del militare.

MILITARE FERITO, ABITA A ROMA CON MOGLIE E FIGLIO
I caporal maggiore scelto, Luca Cornacchia, di 31 anni, e' spostato e padre di un bambino di un anno. La famiglia vive a Roma dove lavora la moglie. Nello scorso mese di agosto era stato in vacanza nel suo paese di origine, Lecce nei Marsi (L'Aquila), dove vivono i genitori. Il 2 settembre era partito per la nuova missione in Afghanistan dove era gia' stato. In precedenza aveva partecipato ad altre missioni internazionali. IL padre Domenico e la madre Cesidia questa mattina quando hanno ricevuto la notizia dalle autorita' militari della regione Abruzzo, conoscevano gia' le condizioni del figlio poiche' la nuova li aveva chiamati da Roma.

F1, FERRARI IN LUTTO NEL GP DI DOMANI
La notizia dell'imboscata di cui e' rimasta vittima un'autocolonna di Alpini impegnati in Afghanistan, e che ha provocato la morte di quattro soldati e il ferimento di un quinto, e' stata accolta con profonda tristezza anche nel box della Scuderia Ferrari a Suzuka. "La morte di quattro nostri connazionali impegnati in una missione di pace ci addolora molto - ha detto Stefano Domenicali al sito ufficiale - Con lo spirito siamo vicini alle loro famiglie e vogliamo onorare la loro memoria". Pertanto, domani tutta la squadra portera' il lutto al braccio e le due F10 avranno un analogo segno sulla carrozzeria.

MILITARI UCCISI TUTTI DEL 7* ALPINI DI BELLUNO
Erano tutti in forza al 7* reggimento alpini di stanza a Belluno, inquadrato nella brigata Julia, i cinque militari coinvolti nell'esplosione che ha investito un blindato Lince alle 9.45 locali, nel distretto di Gulistan. A confermarlo e' il portavoce del contingente itaiano. Nello scoppio hanno perso la vita il primo caporal maggiore Gianmarco Manca (nato ad Alghero il 24 settembre 1978), il primo caporal maggiore Francesco Vannozzi (nato a Pisa il 27 marzo 1984), il primo caporal maggiore Sebastiano Ville (nato a Lentini, provincia di Siracusa, il 17 settembre 1983) e il caporal maggiore Marco Pedone (nato a Gagliano del Capo, in provincia di Lecce, il 14 aprile 1987). Il militare rimasto ferito e' il caporal maggiore scelto Luca Cornacchia (nato a Pescina, in provincia dell'Aquila, il 18 marzo 1979).

MILITARE FERITO HA PARTECIPATO A DIECI MISSIONI
Luca Cornacchia, il militare ferito nell'attentato in cui sono morti quattro soldati italiani, era alla seconda missione in Afghanistan ed era considerato un esperto in quanto aveva gia' partecipato ad altre otto missioni internazionali. Presta servizio nell'Esercito da dieci anni. La notizia del suo ferimento e' stata data alla moglie dallo Stato Maggiore dell'Esercito, mentre i genitori ( Domenico e Cesidia) hanno ricevuto la notizia dal Comando regionale Abruzzo dell'Esercito, per il tramite del colonnello Remigio De Meo.

CEI, NOSTRI SOLDATI A SERVIZIO DELLA PACE
"La tragica scomparsa di quattro giovani militari italiani mentre compivano con dedizione e professionalita' il loro quotidiano lavoro a servizio della pace in Afghanistan suscita profondo dolore e ci invita alla preghiera". Lo afferma una nota della Conferenza Episcopale Italiana. "Mentre partecipiamo alla sofferenza dei familiari e al lutto del nostro Paese invochiamo da Dio - scrivono i membri della presidenza Cei - il dono della riconciliazione e della concordia per tutti i popoli della terra".

GENITORI MILITARE FERITO RINFRANCATI DA NOTIZIE
I genitori di Luca Cornacchia, il militare rimasto ferito nell'attentato in Afghanistan, dove sono norti altre quattro commilitoni, sono molto sollevati dalle notizie che sono giunte nella loro abitazione di Lecce nei Marsi, un comune a pochi chilometri da Avezzano. In casa della famiglia Cornacchia si e' portato il sindaco del Paese, Andrea favoriti, il capitano dei Carabinieri della Compagnia di Avezzano ed altre autorita' militari.
"Siamo molto sollevati e rinfrancati dalle notizie delle condizioni di Luca - riferisce il sindaco Favoriti-, anche i genitori adesso sono piu' tranquilli. Noi come amministrazione comunale partecipiamo al cordoglio nazionale per questo ennesimo tributo di sangue pagato dai nostri militari".

LEHNER, LA MEGLIO GIOVENTU' MUORE DI COSTITUZIONE
"Onore ai nuovi quattro caduti in Afghanistan. Madri, vedove ed orfani si chiedono perche' la chiamano missione di pace, essendo, in realta', guerra, guerra unilateralmente bestiale, da parte talebana". E' il deputato Pdl Giancarlo Lehner "da rappresentante del popolo" ad aggiungere: "Denuncio che tutti i nostri caduti sono vittime, in primo luogo, dell'art. 11. L'Italia, infatti, ripudiando la guerra, impedisce ai nostri soldati incisive azioni militari preventive contro i terroristi. Grazie a regole ipocrite - conclude il deputato di maggioranza - la meglio gioventu' italiana continua a morire di Costituzione".

LA RUSSA, RIENTRO SALME IN ITALIA FORSE ENTRO 48 ORE
Le salme dei militari caduti in Afghanistan potrebbero rientrare in Italia nelle prossime 48 ore. Lo ha riferito il ministro della Difesa, Ignazio La Russa.

LA RUSSA, E' STATO ORDIGNO AD ALTO POTENZIALE
A causare l'attentato in Afghanistan in cui hanno perso la vita quattro militari italiani e' stato un ordigno con una quantita' di esplosivo molto elevata, in grado di superare le difese dei mezzi Lince. Lo ha affermato il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, oggi in una conferenza stampa. Il convoglio composto da 70 mezzi, di cui 38 italiani, e' stato attaccato alle 9.15, ora afghana (7.15 in Italia) mentre attraversava un gruppo di casolari, 200 km a est di Farah. Sotto il fuoco dei talebani i mezzi hanno deviato verso il ciglio della strada, dove e' avvenuta l'esplosione. "Il Lince - ha detto La Russa - era dotato di contromisure elettroniche, un sistema che impedisce l'attivazione di ordigni via radio o telefonino. Probabilmente si trattava di un ordigno a pressione, con una quantita' di esplosivo molto elevata, perche' i mezzi hanno dimostrato di saper resistere a bombe con grande potenziale. Noi comunque non ci fermiamo nella ricerca di misure per incrementare la sicurezza, valuteremo se sostituire i Lince con i Freccia, che pero' hanno meno mobilita'". La zona teatro dell'attentato, ha precisato La Russa, si trovava in precedenza sotto il controllo italiano, poi era passata sotto il comando di forze Usa, e recentemente e' stata restituita all'Italia.
   "Ho gia' convocato un incontro con il Capo di stato maggiore, generale Camporini, e altri alti comandi - ha detto il ministro - per verificare se sono necessarie altre misure. Ci si aspettava la pericolosita' del territorio, ma ora ci vuole un approfondimento, perche' i militari Usa che erano dislocati li' erano piu' numerosi dei nostri". La zona fa parte del cosiddetto 'Box Tripoli' affidata al Settimo Reggimento Alpini, di stanza a Belluno, con 450 uomini.

DEPUTATI FLI, GRAZIE RAGAZZI DI PACE E DEMOCRAZIA
"In questo momento di particolare dolore per il nostro Paese e soprattutto per le famiglie dei quattro soldati italiani che questa mattina hanno perso la vita in Afghanistan, il gruppo alla Camera di 'Futuro e Liberta' per l'Italia' esprime cordoglio e solidarieta'". E' una nota a spiegare che "il nostro pensiero e la nostra gratitudine vanno a tutti i militari italiani che scelgono coraggiosamente di difendere la democrazia e la pace in terre difficili e lontane rischiando la vita ogni giorno. Al militare ferito il nostro augurio di una pronta guarigione".

DI STANISLAO, PROFONDO CORDOGLIO PER NOSTRI MILITARI
"Il mio piu' profondo cordoglio per i famigliari dei nostri militari uccisi nell?attacco di stamane nella provincia di Farah e i migliori auguri di pronta guarigione al militare ferito." Sono le parole del Capogruppo IdV in Commissione Difesa Augusto Di Stanislao. "Un agguato terribile che fa salire a 34 il numero dei militari italiani morti in Afghanistan dall'inizio della missione Isaf, nel 2004. Come sempre in questi casi si toglie la polemica e si guardano i fatti. Della Missione di pace e degli obiettivi iniziali che hanno spinto il nostro paese a dare il proprio contributo non e' rimasto piu' nulla. La ricostruzione, la stabilizzazione e l'addestramento all'interno di un mandato teso al mantenimento della sicurezza nell?interesse della ricostruzione e degli sforzi umanitari, questi sono, o meglio erano le linee le guida di questa Missione. Recentemente il rappresentante speciale delle Nazioni Unite in Afghanistan afferma che se questo e' un periodo critico e violento, i prossimi mesi saranno peggiori, il Generale Petraus non vede una exit strategy, almeno per ora e il Governo italiano? Ribadiamo questo e' il momento del cordoglio e non della polemica, ma il Governo e il Ministro della Difesa riflettano"

BERSANI, MORIRE PER DEMOCRAZIA SE ARRIVANO RISULTATI
"La politica deve prendersi piu' responsabilita' rispetto alla presenza militare". Il leader del Pd, Pier Luigi Bersani, apre il suo intervento all'Assemblea nazionale del partito rivolgendo un pensiero ai nostri soldati morti in Afghanistan. "Si puo' anche morire - ha detto Bersani - per la democrazia, per la lotta al terrorismo, per la dignita' e per i valori di civilta', ma bisogna essere sicuri di arrivare a un risultato. Quello dell'efficacia dell'azione in Afghanistan e' il problema, adesso".

QUIRINALE ANNULLA CONCERTO CAMBIO GUARDIA DOMANI
In segno di cordoglio per la morte dei quattro militari italiani in Afghanistan, informa il Quirinale, il preannunciato concerto bandistico in piazza in occasione del cambio della Guardia d'Onore al Palazzo del Quirinale di domenica 10 ottobre, e' stato annullato.


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