Nella suggestiva cornice del Chiostro di San Domenico, nella città di Penne (Pescara), ha avuto inizio la sesta edizione del Master universitario internazionale in Economia e Gestione della Moda. Il Master, nato nel 2002 dalla collaborazione di tre atenei abruzzesi (Università degli studi di Teramo, L’Aquila e Pescara-Chieti) insieme con quello del Molise, la Fondazione Formoda e la Brioni Roman Style, anche per il 2008-2009 si propone di formare figure professionali altamente specializzate: una nuova classe di manager, pronta a ricoprire ruoli di gestione e controllo all’interno dei vari settori della moda. Con una novità. Grazie alla convenzione firmata dalla Fondazione Formoda e dal Consiglio regionale degli abruzzesi nel mondo (Cram), cinque fortunati abruzzesi residenti all’estero, avranno la possibilità di fare questa esperienza formativa gratuitamente. Il Cram, infatti, penserà a tutto: dalle spese di iscrizione al Master, agli spostamenti, al vitto e all’alloggio dei giovani borsisti.Il nuovo anno accademico è stato inaugurato da una lezione del professor Stefano Zamagni dal titolo “La responsabilità sociale dell’impresa nel settore della moda: presupposti etici e implicazioni economiche”, seguita dall’interveto di Lucio Marcotullio (nella foto con il presidente del Cram Donato Di Matteo), presidente della Formoda e dalla consegna dei diplomi agli alunni uscenti, alla presenza Bianca Maria Piccinino, giornalista Rai che si occupa di moda.Tra i più autorevoli economisti italiani, Zamagni, nel suo discorso ha sottolineato come oggi, nel campo della moda, ma non solo, le imprese competitive non possono più prescindere dalla responsabilità sociale, che non va, però, confusa con la “filantropia d’impresa”. Il messaggio è forte e diretto: le aziende devono investire sui rapporti umani ancor prima di conoscere i propri profitti economici. No, dunque, al modello tayloristico. Chi punta ancora sulla “catena di montaggio” ha vita breve. “Un’impresa funziona quando tutti i portatori di interesse cooperano tra loro… Essa deve coinvolgere tutti, non solo grandi azionisti, ma anche gli operai – ha detto Zamagni, che quando parla dei veri manager, quelli “bravi” li paragona ai grandi direttori d’orchestra, in grado di ascoltare tutti gli strumenti e di amalgamarli alla perfezione.La tecnica e la preparazione, insomma, non bastano più. Oggi il mercato premia anche la creatività. Guai a pensare che tutto ciò sia impossibile. L’impresa socialmente responsabile è una possibilità reale, una strategia alternativa valida e attuabile, e la Brioni factory, fiore all’occhiello del made in Italy nel mondo, ne è la prova. Lo ha ricordato nel suo discorso Marcotullio, ex amministratore delegato dell’azienda di Penne, che da sempre ha sposato questa politica innovativa. E ai suoi alunni, neodiplomati ha detto: “Cresciamo nell’acquisizione di nozioni e professionalità, ma recuperiamo la crescita nel campo dei valori che danno contenuto e senso all’operato dell’uomo”.Professionalità e umanità, tecnica e fantasia sono i binomi vincenti. Lo ha confermato anche la Piccinino, che ha augurato agli alunni una carriera brillante che con questi principi, dice: “non può che essere in discesa”.E loro, i veri protagonisti della giornata, i neodiplomati, con una mise tutta particolare, un’elegante toga rossa, realizzata dalla Brioni proprio per l’occasione, hanno sfilato uno alla volta, emozionati e soddisfatti, per ritirare proprio dalle mani della Piccinino la tanto attesa pergamena.
Ilaria Pizzolante