Scordatevi quel fantomatico incentivo di 25mila euro da parte dell'Unione europea. Se volete sposarvi, l'incentivo che fa per voi è quello offerto dall'Inps. Non tutti, si legge su studiocataldi.it, possono benificiare del bonus matrimonio.
Ne hanno diritto gli sposi che abbiano un contratto di lavoro da almeno una settimana e intendano contrarre matrimonio civile o concordatario (mentre restano esclusi coloro che contraggono matrimonio solo religioso). Più in particolare esso spetta agli operai, agli apprendisti, ai lavoratori a domicilio e ai marittimi di bassa forza che dipendono da aziende industriali, artigiane o cooperative. Ne hanno diritto anche i lavoratori non in servizio per le più svariate cause, ad esempio per malattia. Infine il bonus spetta ai disoccupati che, però, per almeno 15 dei 90 giorni precedenti le nozze abbiano prestato servizio presso una delle predette aziende.
È possibile cumularlo con altre indennità? È escluso il cumulo del bonus con l'indennità di maternità, l'indennità di malattia e con la cassa integrazione ordinaria o straordinaria. Esso può invece essere cumulato con l'indennità Inail, pur se solo in misura pari alla differenza tra indennità e retribuzione.
In cosa consiste il bonus matrimonio? Il bonus matrimonio concesso dall'Inps, concretamente, è di misura variabile a seconda della categoria di appartenenza del richiedente. In particolare gli operai e gli apprendisti hanno diritto a 7 giorni di retribuzione, mentre i lavoratori a domicilio a 7 giornate di guadagno medio giornaliero. I marittimi hanno diritto a 8 giornate di salario medio giornaliero e i part-timers verticali a un importo calcolato tenendo conto dei giorni di lavoro previsti in contratto. In ogni caso tutte tali somme sono ridotte del 5,54% e il pagamento è fatto dal datore di lavoro o direttamente dall'Inps per i disoccupati.
Come ottenere il beneficio? Per ottenere il bonus matrimonio è necessario fare espressa domanda al datore di lavoro (o direttamente all'Inps se si è disoccupati). I lavoratori possono provvedervi entro 60 giorni da quello di celebrazione delle nozze mentre i disoccupati entro un anno. Ai primi basta allegare il certificato di matrimonio, lo stato di famiglia o una dichiarazione sostitutiva di certificazione dalla quale risultino lo stato di coniugato e gli estremi del matrimonio. Ai disoccupati sono invece richieste una dichiarazione sostitutiva di certificazione che attesti che alla data del matrimonio si era disoccupati, una dichiarazione sostitutiva con la quale si attesti di essere stati parte di un rapporto di lavoro per almeno 15 dei 90 giorni antecedenti le nozze e la copia dell'ultima busta paga.