Bruno Arena dei Fichi d'India sta meglio, Max Cavallari: "Quanto è dura senza di lui"

17 Agosto 2013   15:11  

Bruno Arena dei Fichi d'India sta meglio, migliora di giorno in giorno, ma l'ictus che lo ha colto durante le prove dello Zelig ha lasciato il segno.

Adesso è vigile, prova ad alimentarsi da solo con liquidi ed alimenti morbidi, riesce a capire i discorsi, ma non riesce ancora a parlare e per muoversi ha bisogno di tutta la sua determinazione.

Max Cavallari il compagno di sempre nel duo "I Fichi d'India" non può trattenere la commozione quando ne parla, lui è l'unico che tiene infomati i tanti fan, gli estimatori della coppia ormai azzoppata da quel triste giorno di gennaio di quest'anno.

Ora Bruno è circondato dall'affetto della moglie Rosy, dei suoi cari, ma anche dei colleghi che il prossimo 14 settembre hanno organizzato una serata per lui e per i degenti della clinica dove è ricoverato con lo scopo di poter acquistare un macchinario che aiuti queste persone a recuperare più agevolmente la parola.

Poi ci sono i fan che hanno coniato l'hashtag #forzabruno che è molto forte su twitter.

Max parla di lui al settimanale "DiPiù":

L’ictus ha lasciato dei segni: al momento la parte destra del suo corpo non ha sensibilità e Bruno non parla. Comunque da quando l’hanno trasferito in una clinica specializzata nella riabilitazione, le sue condizioni migliorano di giorno in giorno: segue i discorsi, capisce e non sta più fermo in un letto, ma ha preso a muoversi con la sedia a rotelle. Ora non si alimenta più con la flebo ma mangiata e chi è tornata la grinta che aveva perso. Lo vedo che lotta, si sforza per esempio a bere da solo, prova ad accendere le luci, a mangiare con la mano sinistra: frullati, pasti liquidi di facile assimilazione, cerca anche di masticare. Ce la mette tutta ed è aiutato dall’amore della moglie Rosy. Lei gli dà coraggio risposandolo ogni giorno.

Poi racconta un aneddoto che strappa le lacrime sue e di chi legge:

L’altro giorno per esempio gli ho dato un lecca lecca e lui, per farmi capire che finalmente riconosceva i sapori, ha fatto un verso di approvazione. Poi mi ha preso le mani e mi ha toccato la fede e ho capito che voleva sapere di mia moglie. “Sta a casa e ti saluta tanto” gli ho detto. Lui, non contento, mi ha fatto cenno di passargli il blocco dei fogli con una penna. Così ha buttato giù lo schizzo di due bambini circondati da giocattoli e ho capito che voleva sapere come stavano i miei figli. Non sapevo dove guardare per nascondere la mia commozione, l’ho rassicurato: “Tutto ok, Bruno sei un grande”. E mi ha preso la mano e me l’ha stretta. Quel disegno lo conserverò per sempre, lo guardo quando sono giù, quando la mattina provo il peso di fare il mio lavoro senza Bruno.

#forzabruno non mollare!


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