Buco da 120 milioni nella sanità abruzzese: opposizioni all’attacco della Regione

23 Settembre 2025   19:22  

Pd e Abruzzo Insieme denunciano il fallimento del piano di riduzione dei costi, chiedendo la rimozione dei manager delle Asl provinciali.

Il disavanzo della sanità abruzzese potrebbe chiudere l’anno con un passivo compreso tra i 110 e i 120 milioni di euro. A lanciare l’allarme è il capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale, Silvio Paolucci, che parla di “ennesima dimostrazione della distanza tra la propaganda del centrodestra e la realtà dei conti pubblici”.

Al centro delle critiche il mancato rispetto del piano di riduzione dei costi operativi del 2%, obiettivo imposto alle quattro Asl provinciali. In realtà, secondo i dati contenuti in una nota riservata dell’11 agosto firmata dal dirigente del Dipartimento Sanità, Ebron D’Aristotile, i bilanci mostrano una spesa superiore al previsto.

I numeri, citati dai consiglieri di Abruzzo Insieme, Giovanni Cavallari e Vincenzo Menna, parlano chiaro: +13,9 milioni per la Asl di Teramo, +11,7 milioni per Chieti, +7,4 milioni per Pescara e +6,2 milioni per L’Aquila. In totale il risparmio effettivo si ferma a 13 milioni di euro, ben lontano dai 41 previsti.

“Un fallimento certificato – sostengono Cavallari e Menna – che smentisce le rassicurazioni del presidente Marco Marsilio e dell’assessore alla sanità Nicoletta Verì”. Gli esponenti di Abruzzo Insieme chiedono un intervento immediato e la sostituzione dei manager delle aziende sanitarie locali.

Paolucci insiste anche sulla mancanza di trasparenza: “Non si comprende a cosa servano le audizioni se poi la reale situazione dei conti non viene raccontata. A pagare il prezzo sono i cittadini, costretti a confrontarsi con liste d’attesa infinite, e i lavoratori della sanità, che operano in condizioni sempre più difficili”.

Il tema del disavanzo riapre un fronte politico delicato per la Regione, già sotto pressione per le difficoltà del sistema sanitario, aggravate dal calo del personale e dall’aumento della domanda di prestazioni. Le opposizioni promettono battaglia in aula, mentre il governo regionale dovrà presentare correttivi per tentare di rientrare nei parametri nazionali.


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