La vertenza della Burgo abbraccia la città, nel tentativo di coinvolgere e mobilitare tutti i concittadini, dai quali ci si aspetta solidarietà e affiancamento nella battaglia.
Corteo in centro storico, questa mattina, alle 9.30, con punto di raccolta da piazza della Trinità.
Una riapertura, quella parziale del 3 giugno, che i lavoratori non accettano, e lanciano una sfida alla proprietà, “rientriamo soltanto perché devono essere loro a chiudere la fabbrica, non noi”.
Chi lavora da anni nella cartiera sa che ormai non c’è più margine di sopravvivenza. Non hanno bisogno dell’annuncio ufficiale, come s’aspettavano accadesse l’altro giorno in Confindustria, quando il capo delle relazioni sindacali Rodolfo Magosso, diplomaticamente aveva parlato solo di uno stabilimento troppo costoso e di mercato insufficiente.
Ma le commesse adesso ci sono e insieme a loro ancora 23 settimane di cassa integrazione ordinaria da consumare, dopo scatterà la cassa integrazione straordinaria fino a dicembre 2009.
La lenta agonia che porterà a quella morte consapevole e che, ormai, sembra inevitabile, acutizza le criticità di centinaia di famiglie rimaste senza lavoro.
Con la presa di coscienza, resta il desiderio del commiato, di un abbraccio della città, un sentire la solidarietà a pelle mentre lo spettro del domani incerto diventa sempre più pressante.
Martedì, intanto, primo incontro in Regione del tavolo permanente istituito ad hoc per la crisi della Burgo. Ma il trasversale lavoro politico su questa vertenza prosegue, ieri, l’ex presidente della Regione Giovanni Pace e il senatore Fabrizio Di Stefano hanno incontrato il sottosegretario al ministero della solidarietà sociale Pasquale Viespoli, che ha dato disponibilità anche su un ampliamento straordinario degli ammortizzatori sociali. Il ministero delle attività produttive, invece, sarà il motore per trovare nuove soluzioni di sopravvivenza, esaminate anche in un incontro con i sindacati.
