"C'era una volta Scugnizzi", neorealismo napoletano a Teramo

Al Teatro Comunale il 5 e 6 aprile

02 Marzo 2011   11:24  

"C'era una volta Scugnizzi" torna a teatro in una versione totalmente rinnovata con un cast nuovo di zecca e un copione rivisto e corretto. Il musical, dopo 600 repliche, andrà in scena al Teatro Comunale di Teramo il 5 e 6 aprile. Claudio Mattone, autore dello spettacolo, ha così presentato la nuova edizione: "Abbiamo scelto i 20 giovani cantanti e attori attraverso migliaia di audizioni. Vedere tanti ragazzi così determinati mi ha trasmesso una grande speranza sia per la mia città, Napoli, che per le sue giovani generazioni".


Le musiche sono l'unico elemento di continuità con il passato, quindi tutti gli aficionados dello show saranno sicuri di ritrovare tutte le melodie cult, da "Carcere 'e mare" a "Scetate sce'", da "Parlanno parlanno" a "Zoccole". Come detto, però, non mancheranno le novità: Si arricchisce però la messa in scena, soprattutto per quanto riguarda le luci e la scenografia. Il copione inoltre è stato piu' 'italianizzato'. Anche se gli attori manterranno la cadenza partenopea, sono diminuite le frasi dialettali. I pochi termini in slang che sono rimasti, in un modo o nell'altro, verranno spiegati subito dopo. Volevamo rendere il tutto più comprensibile.", ha spiegato l'autore.


Mattone ha, poi, annunciato la presenza di un personaggio inedito, 'O Gigante', interpretato da Angelo Iossa: "Volevo Angelo nel cast ma la sua statura non mi ha lasciato altra scelta che costruire un ruolo cucito su di lui. Spiccava troppo sugli altri.". Il nuovo arrivato è il fratello della piccola 'Nennella' (Lorena Zino), divenuta per la giovane età (ha appena 12 anni), la mascotte dello spettacolo.


Dieci anni fa il pubblico conosceva per la prima volta le vicende teatrali del coraggioso Saverio, un sacerdote sempre intento a salvare i ragazzi partenopei dalla strada e dalle grinfie del camorrista 'O Russo'. Questa storia di ex-galeotti e compagni di cella e divenuti nemici, ricevette l'etichetta di "new-realismo".


Ora è "Gomorra" ad essere considerato la migliore descrizione della situazione del capoluogo campano, ma Mattone non ci sta: "Ho amato sia il film che il libro, quest'ultimo però più per le storie che racconta che per lo stile letterario. Alla pellicola invece hanno partecipato attori fantastici. Quello che non ho gradito comunque è che in 'Gomorra' non si intravede nessuna speranza.".


L'autore ha, comunque, segnato una linea di separazione tra le due opere: "Abbiamo creato due cose diverse, forse anche per un pubblico diverso. La mia intenzione , ha concluso, ''è sempre stata quella di togliere il piedistallo da sotto i piedi dei camorristi, 'ridicolizzandoli'. E' impossibile combattere i 'guappi' con la violenza, possono farlo in parte le leggi e la magistratura, noi però possiamo affrontarli 'demitizzandoli'.".

Francesco Balzano

COMUNALE

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