Il CRAM (Consiglio Regionale degli Abruzzesi nel Mondo) è un organo consultivo di cui fanno parte delegati delle associazioni di emigranti abruzzesi sparse per il mondo regolarmente riconosciute e quindi accreditare dalla Regione Abruzzo, accademici attivi nel mondo dell'emigrazione, tre consiglieri del Consiglio regionale dell'Abruzzo ed il suo Presidente che è il Presidente della regione o un suo delegato.
Oggi il CRAM svolge attività di "riavvicinamento" tra gli abruzzesi nel mondo, organizzando incontri e dibattiti sulla condizione di quei 1,2 milioni di abruzzesi non residenti in Abruzzo esattamente quanti in Abruzzo ci vivono.
Da quando è andato al Governo il centro-destra in Abruzzo per il CRAM sono cambiate molte cose, quando governava Del Turco ed era presidente CRAM Donato Di Matteo i fondi riservati all'ente erano dell'ordine del milione di euro, poi la crisi e la discontinuità.
Negli ultimi due anni con a capo Mauro Febbo i fondi a disposizione sono stati "solamente" 120mila euro spesi per le riunioni di Giulianova e Buenos Aires.
Chi legge queste colonne saprà che non siamo mai stati teneri con la gestione Febbo del CRAM, più volte abbiamo criticato il suo immobilismo e questa ricerca della discontinuità, ma comunque gli va riconosciuto che le spese son state decisamente basse rispetto agli anni passati.
Ora questo è positivo per la Regione Abruzzo?
Dipende, dipende dal ritorno, spesi nell'era Di Matteo almeno 750mila euro (purtroppo non siamo in grado di accedere ad un bilancio preciso e possiamo solo parlare dei fondi stanziati), ma il ritorno qual'è stato?
Nessuno lo sa, come per il turismo in Abruzzo non si è mai calcolato il ritorno sugli investimenti nell'associativismo dell'emigrazione ed i risultati conseguiti.
Oggi però possiamo dire una cosa, le riunioni si dovranno fare sempre in Abruzzo perchè costano di meno e poi perchè così quei soldi restano qui nella nostra regione appannaggio dei nostri operatori turistici e commerciali.
Infatti è evidente che mentre la riunione di Giulianova costo' nel 2009 poco più di 45mila euro, nel 2010 a Buenos Aires la cifra fu di più di 74mila euro e non un soldo è restato in Abruzzo!
Quindi un plauso al non spendere se non si hanno riscontri ma uno stimolo anche a spendere in Abruzzo, perchè conviene due volte!
Luca Di Giacomantonio