Erano tanti, tantissimi: forse in 8000, forse in 10000. La grande
vittoria degli azzurri ha fatto riversare nelle piazze e nelle strade del centro una folla di aquilani in festa che con petardi, scoppi di bengala, fumogeni, cori, suoni di tamburi, clacson e trombette, tuffi nelle fontane, sfilate di moto, macchine e persone, fiumi di spumante spruzzato, ha fatto esplodere la gioia e l´orgoglio di essere, dopo 24 anni, per la quarta volta, di nuovo campioni del mondo. Piazza Duomo era un tripudio tricolore, ieri sera. Un intreccio di suoni, di grida esultanti e un groviglio di maglie azzurre e di bandiere tricolori sventolate energicamente, quasi a voler sottolineare il nostro orgoglio nazionale. Una tifoseria particolarmente creativa, quella dell´Aquila con una fedele riproduzione formato gigante della coppa del mondo, decine di "galletti" arrosto e l´immancabile sfilata della bara avvolta dal tricolore francese e manifesti listati a lutto per la dipartita della Francia. Anche la Fontana luminosa, traboccante di schiuma, ha raccolto centinaia di tifosi impazziti che hanno ripetutamente intonato l´inno di Mameli. Non sono
mancati i cori ineggianti Fabio Cannavaro e Fabio Grosso, che con la loro determinazione hanno contribuito alla vittoria degli azzurri; e come molti hanno riconosciuto, questo è stato forse, il loro mondiale. Molto difficilmente si scorderà una serata così. La festa è finita all´alba e fortunatamente non è stata disturbata da atti di teppismo.
Patrizia Santangelo