Cara BCE... gli "indignati" in piazza in tutta Italia in vista della mobilitazione di sabato 15

12 Ottobre 2011   15:50  

Stanno protestando in tutti Italia, gli indignati, che stavolta nel Bel paese prendono di mira forse l'unico obiettivo esposto, la Banca d'Italia. Non meno bersagliata è la Bce. Sono scesi in strada anche a Pescara gli indignati che vedono nella Banca d'Italia il nemico che sposa le politiche economiche europee, il nemico del debito che scrivono gli indignati "noi non pagheremo"

Contro Via Nazionale sono scesi in strada a Bologna, con qualche ferito, a Milano, in queste ore sono in strada a Roma, davanti la sede centrale in attesa che arrivi il Capo dello Stato Giorgio Napolitano cui gli indignati vogliono consegnare una lettera.

Il tutto in preparazione della grande protesta che gli indignati metteranno in scena a Roma, sabato 15 ottobre per una grande mobilitazione generale.

Amplissimo lo schieramento della polizia in Via Nazionale dove sono stati chiusi i cassonetti della spazzatura, scese a metà le serrande per timore che tra gli indiginati si nascondano frange più violente dei cittadini.

Questo il testo destinato a Napolitano:

Caro Signor Presidente,

Le sembrerà irrituale una manifestazione di cittadini di fronte al Palazzo del Quirinale, ma c’è una ragione precisa per quello che stiamo facendo e proveremo a spiegarglieLa.

Siamo qui perché la Presidenza della Repubblica è la casa di tutti gli Italiani ed è qui, a casa, che abbiamo sentito il bisogno di tornare per farLe sapere che ci siamo.

Siamo qui per rispondere alla domanda che forse un giorno ci faranno i nostri figli: “ma voi dove eravate?

Siamo qui perché vogliamo farLe sapere che c’è un’altra Italia, diversa da quella che ci raccontano le cronache di questi giorni: una comunità solidale di cittadini responsabili, che studiano, lavorano senza cercare scorciatoie, amano e rispettano le leggi e le istituzioni repubblicane.

Siamo qui perché non abbiamo rinunciato alle nostre responsabilità di figli, genitori, studenti, imprenditori, lavoratori, pensionati.

Siamo qui perché non riusciamo a rimanere indifferenti di fronte al degrado delle istituzioni e dell’immagine dell’Italia nel mondo, perché non riusciamo a voltarci dall’altra parte di fronte alla gravità delle vicende che stanno venendo alla luce.

Siamo qui perché è questo il nostro modo di rispettare ed onorare la nostra Storia e la nostra Repubblica: offrirLe il nostro sostegno, il sostegno di semplici cittadini che non rimangono indifferenti e hanno la forza di indignarsi.

Siamo qui perché ci sentiamo umiliati e offesi dal comportamento del Presidente del Consiglio, al quale l’articolo 54 della Costituzione imporrebbe di adempiere le funzioni pubbliche che gli sono state affidate «con disciplina ed onore».

Siamo qui perché siamo certi che le nostre istituzioni democratiche devono e possono  essere restituite alla normalità di una grande democrazia occidentale.

E’ per questo che siamo qui oggi e saremo qui ogni volta che Lei lo vorrà.

Grazie, Signor Presidente.

 

 

 

 

 

 


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