Casa dello studente e Convitto, primi "stop" ai processi

I legali degli imputati chiedono il trasferimento

08 Maggio 2010   09:39  

Le prime due udienze preliminari nei processi per i crolli del terremoto aquilano (Convitto e casa dello studente) saranno 'stoppate' per via delle istanze in Cassazione per trasferire il processo ad altro tribunale.

La prima udienza, e' quella del 17 maggio con il Convitto nazionale, un crollo che costo' la vita a tre minorenni. L'avvocato che difende il preside Livio Bearzi, Paolo Guidobaldi – uno dei due imputati, insieme a Vincenzo Mazzotta dirigente della Provincia – ha presentato nell'ufficio del Gup il ricorso per Cassazione. “Il mio cordoglio - ha detto Guidobaldi - va a tutte le famiglie che hanno perso i cari nel terribile terremoto, la citta' non meritava tutto questo ma ci sono degli aspetti che devono far riflettere sul clima oggettivamente poco sereno che esiste in citta' soprattutto dovuto alle legittime aspirazioni di coloro che hanno avuto lutti”.

Il ricorso e' composto di 29 pagine ricche di articoli di giornale, atti dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), varie ordinanze della Presidenza del Consiglio dei ministri, dichiarazioni di esperti geologi ma anche di normative che scagionerebbero i due indagati per il crollo del Convitto nazionale.

“Si tratta di un ricorso ben articolato - ha detto ancora Guidobaldi - in cui nulla viene tralasciato. Si va dal declassamento della pericolosita' sismica dell'Aquila al coinvolgimento personale sulla tragedia che ha colpito tutti, me compreso per questo io mi faro' affiancare dal collega di Roma, l'avvocato Alfredo Iorio. Nel ricorso abbiamo riportato anche la questione sul presunto mancato allarme da parte della Commissione grandi rischi ma anche le dichiarazioni del Procuratore capo della Repubblica sulle infiltrazioni malavitose nell'ambito della ricostruzione post-terremoto. Insomma abbiamo inserito una serie di elementi - ha aggiunto Guidobaldi - che inducono a riflettere sulla serenita' non solo del luogo in cui il processo si dovrebbe tenere ma anche delle persone. Se il processo puo' essere celebrato lo decidera' la Suprema Corte, noi accetteremo serenamente ogni decisione”. Anche per quanto riguarda l'udienza preliminare sul crollo della Casa dello studente, il 28 maggio, e' certo che alcuni imputati, quelli che fanno capo al pool di avvocati con in testa il decano Attilio Cecchini e il collega Angelo Colagrande, non intendono fare marcia indietro sulla presentazione della richiesta per i loro assistiti di ricorrere in Cassazione che decidera' se lasciare i fascicoli all'Aquila oppure trasmetterli ad altro tribunale che secondo alcuni legali non potrebbe essere che quello di Campobasso mentre secondo altri questa designazione non e' scontata.

Per il preside imputato Bearzi “le situazioni locali dell’Aquila sono talmente gravi e non altrimenti eliminabili da turbare lo svolgimento del processo, pregiudicano la libera determinazione delle persone che partecipano al processo.

Al Convitto morirono i tre studenti Luigi Cellini, Ondrey Nuozovsky e Marta Zelena e rimase ferito Mirko Colangelo.

L’udienza del 17 maggio in questo modo non potrà che aprirsi e chiudersi, con trasmissione degli atti a Roma, dove i giudici della Suprema Corte decideranno se il ricorso merita accoglimento o meno.

Ma in base al codice di procedura penale, anche nel caso fosse respinto il ricorso, altri ne potrebbero essere presentati in ogni stato e grado del processo.

Sul capitolo riguardante la Casa dello studente si profila analoga situazione, visti che i legali degli imputati sarebbero intenzionati a percorrere la stessa strada dei loro colleghi che assistono gli imputati per il Convitto.

L’udienza preliminare per il crollo dello studentato di via XX Settembre, che provocò 8 morti, è stata fissata il 28 maggio.


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