Case "E", gli eredi dei morti del terremoto non possono accedere all'indennizzo

Se non si cambia l'ordinanza in molti non ricostruiranno

14 Aprile 2011   15:55  

Si è tenuto ieri presso il Comune dell’Aquila un incontro sollecitato e promosso dal consigliere comunale - nonchè membro della Commissione di Garanzia e Controllo - Angelo Mancini, tra il coordinatore della SGE Roberto Petullà, la dirigente all’assistenza alla popolazione, Paola Giuliani, ed il consiglio comunale.

I motivi di questo incontro sono le numerose problematiche che i terremotati affrontano a due anni dal sisma e che si scontrano con la normativa generica delle ordinanze, oggetto, nei diversi casi proposti, di varie restrizioni, persino dei diritti personali ed indisponibili, come quello relativo alle eredità.

Ed è proprio questo uno dei più importanti argomenti toccati ieri mattina in quanto se la prima ordinanza a riguardo – la  3813 del 29.09.2009 – difendeva e attribuiva i diritti del ‘de cuius’ ovvero dei morti del 6 aprile, agli orfani e agli eredi relativamente all’indennizzo, serviva una modifica verso un’interpretazione più estensiva nei confronti degli eredi di coloro che erano morti dopo il sisma. Una seconda ordinanza -  la 3857 del 10.03.2010 -  così attribuisce ad essi il contributo per l’abitazione principale per i defunti morti nel periodo compreso tra il 6 aprile e la data di pubblicazione ed entrata in vigore di tale decreto, ovvero il 5 ottobre 2009.

Come si può facilmente evincere da tali considerazioni c’è ancora una disparità di trattamento per gli eredi di coloro che perdono i loro cari in un periodo posteriore al 5 di ottobre del 2009, che non solo va a ledere un diritto personale – nel caso in cui, ad esempio, il proprietario di un’abitazione classificata E, il cui termine per la presentazione delle domande scade il 30 giugno non abbia avuto modo di fare la domanda per il contributo prima della sua morte, visto che al suo erede non appartiene il diritto di farla – ma lede altresì la ricostruzione della città medesima se pensiamo che, per l’assenza dell’elargizione del contributo, gli eredi non ricostruiranno o risistemeranno le vecchie case ereditate crollate o gravemente lesionate. Problematica che rischia di avere molti casi nei prossimi anni soprattutto rispetto alle proprietà presenti nel centro storico.

Proprio per questo il consigliere dell’IDV Mancini ha proposto alla commissione presente - che si è dimostrata favorevole ad accogliere  tali richieste - una modifica dell’ordinanza a tutela dei diritti degli eredi, almeno per quanto riguarda le abitazioni principali ed un ulteriore ma non nuovo diritto per garantire parità di trattamento, cioè quello relativo all’indennizzo dei costi per il trasloco dei mobili e per i mobili danneggiati.   

Altre importanti vittorie portate a casa sono quelle relative:

-          Al CAS che era stato tolto per motivi di cambiamento della residenza (anche quando questa avveniva forzatamente poiché imposta, ad esempio, dall’esigenza del ricovero presso residenze sanitarie assistite – che richiedono la residenza nel comune in cui si vuol percepire l’assistenza sanitaria) richiamando l’ordinanza 3754 che revoca i benefici economici solo a causa ‘‘del rientro o nell’abitazione dopo il ripristino dell’agibilità o in altra sistemazione avente carattere di stabilità’’- da cui la SGE estrapolava il concetto del cambio residenziale senza valutare i motivi dei singoli casi come invece farà ora.

-          Alla richiesta delle graduatorie e dei criteri utilizzati per l’assegnazione del progetto C.A.S.E. che per problemi relativi alla privacy, saranno presto disponibili al Comune, dopo i tempi tecnici per la formalizzazione del sollecito al Garante sulla privacy della richiesta di collaborazione tra le amministrazioni .

-          Dall’ammissione delle strutture competenti di aver svolto un assegnazione dei fondi immobiliari a riscatto senza una graduatoria e senza l’indizione di un bando ma seguendo la scelta dei censimenti relativamente alla voce ‘affitti’ e quindi in maniera poco trasparente trattandosi di assegnazione di beni pubblici.

-          Alla possibilità di revoca dell’agibilità parziale negli edifici E nei casi di mancanza della sicurezza per gli abitanti al momento in cui si effettuano i lavori.

 I massimi rappresentanti della SGE hanno inoltre dato disponibilità per un ulteriore incontro – mercoledì prossimo – per continuare a trovare soluzioni e valutare proposte di modifica alle OPCM già citate per garantire equità di trattamenti e parità dei diritti a tutti i terremotati e loro eredi.

 La nostra Redazione seguirà i lavori di questa Commissione in maniera concomitante relativamente agli  argomenti toccati oggi ed informerà sui futuri interventi per fornire un quadro chiaro e corretto sull'attualissimo tema della ricostruzione.

 emanuela bruschi


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