Case popolari di 2mila sfollati non ancora ricostruite. Con 124 milioni già disponibili

02 Gennaio 2014   18:12  

Riceviamo da Pio Rapagnà, del Movimento Mia Casa e pubblichiamo.

“I soggetti attuatori, ATER e Provveditorato alle Opere Pubbliche, devono essere sollecitati e obbligati, mettendoli nelle condizioni necessarie per farlo, di dare avvio immediatamente ai lavori di ricostruzione pesante della Edilizia Residenziale Pubblica classificata E.

Dispiace essere costretti a denunciare alla Opinione Pubblica dell'Aquila e dell'Abruzzo intero, che il Consiglio regionale non ha avuto il tempo, la volontà politica e la capacità legislativa di affrontare la problematica relativa alla ricostruzione e messa in sicurezza sismica del patrimonio abitativo pubblico e privato.

Sino ad ora nessun cantiere è stato aperto per la ricostruzione pesante degli edifici classificati E e per la loro messa in sicurezza antisismica, nonostante che le somme necessarie siano state messe a disposizione sin dal 15 agosto 2009, anche con il fattivo intervento dell'allora Prefetto Gabrielli.

Al 31 dicembre 2013 sono rimasti così ancora inutilizzati 124.7 milioni di euro per la ricostruzione degli edifici e delle abitazioni di proprietà dell'ATER e del Comune dell'Aquila: tali risorse non spese per la ricostruzione pubblica, rischiano adesso di essere anticipati dal CIPE a favore della ricostruzione privata.

In tutto questo tempo trascorso dopo il terremoto, almeno 2.000 famiglie di Inquilini e di Assegnatari avrebbero potuto rientrate negli alloggi dell'ATER e del Comune dell'Aquila: la tremenda e pesantissima responsabilità di questa mancata ricostruzione pubblica pertanto deve essere attribuita, rispettivamente, al Ministero delle Infrastrutture, al Presidente della Regione Gianni Chiodi, al Sindaco dell'Aquila Massimo Cialente e ai soggetti attuatori che sono l'ATER ed il Provveditorato Interregionale alle Opere Pubbliche.

Questi rappresentanti delle rispettive massime Istituzioni nazionali e Locali, hanno in dovere di metterci la faccia ed impegnare la loro onorabilità e dignità davanti alle famiglie ancora sfollate, assumendosi per intero la responsabilità dando concreto e immediato inizio ai lavori di ricostruzione pesante di tutti gli alloggi pubblici e dei più importanti complessi residenziali lasciati nel completo abbandono e siti nel Centro Storico dell'Aquila e nelle Frazioni.

E' ancora possibile al Consiglio regionale riparare ad un grave danno fino ad ora arrecato al patrimonio abitativo pubblico e alle famiglie ancora sfollate, poichè, pur in una fase di aministrazione straordinaria della Regione, le funzioni del Consiglio regionale sono prorogate limitatamente agli interventi, come la ricostruzione e la messa in sicurezza sismica, che presentano il carattere della urgenza e necessità.

In tale contesto, pertanto, le competenze del Consiglio regionale sono specifiche, poiché attengono alla ricostruzione e ad ogni intervento necessario per favorire e garantire il ritorno alle normali condizioni di vita nelle aree colpite dal sisma del 6 aprile 2009, sulla base delle competenze previste dagli articoli 114 e seguenti della Costituzione, in maniera da assicurare prioritariamente il completo rientro a casa degli aventi diritto.''

 


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