Casette provvisorie a L'Aquila, Cratere che resiste: "Proroga doverosa"

13 Aprile 2012   12:30  

"La proroga triennale alle autorizzazioni per i manufatti provvisori costruiti dopo il sisma del 6 aprile 2009 e' doverosa, anche perche' prevista dalla stessa delibera 58 approvata tre anni fa dal Consiglio comunale dell'Aquila". Lo afferma il presidente dell'associazione "Il cratere che resiste", Lucio De Bernardinis, commentando le notizie di stampa per le quali e' vicino lo slittamento per ulteriori 36 mesi dei termini per le realizzazioni temporanee realizzate dopo il terremoto.

"La sola proroga - continua - tuttavia non basta: auspichiamo anche una riapertura, naturalmente 'controllata' per evitare speculazioni, dei termini per presentare le dichiarazioni, che permetta di far uscire dall'abusivismo chi ha una costruzione con tutte le caratteristiche e ha edificato il manufatto prima della delibera.

Questo servirebbe anche per prendere tempo e affrontare in maniera definitiva il problema". Per una soluzione strutturale l'associazione, che ha circa 1.500 cittadini iscritti, sta lavorando da tempo a un tavolo che veda riuniti tutti gli attori principali: Comune dell'Aquila e amministrazioni del "cratere", Regione Abruzzo, Provincia dell'Aquila, governance della ricostruzione e associazioni di cittadini. In questo senso il presidente ha gia' avuto contatti con il sindaco uscente del capoluogo, Massimo Cialente, l'assessore all'Urbanistica Roberto Riga, il dirigente provinciale del settore Urbanistica Francesco Bonanni, il capo della segreteria del commissario per la ricostruzione, Antonio Morgante, oltre che il leader nazionale di Api Francesco Rutelli, il presidente dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri e il candidato sindaco dell'Aquila del Popolo della liberta' nonche' urbanista di livello nazionale Pierluigi Properzi.

"Nel corso di un anno di lavoro per l'associazione - conclude De Bernardinis - ho avuto modo di conoscere tantissime storie di persone che hanno investito soldi propri per rimanere nel 'cratere' e scongiurare lo spopolamento di quest'area, dimostrando attaccamento a questo territorio. E' inaccettabile che ora debbano anche sentirsi in colpa per questo".


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