Caso Straccia, Meluzzi e Garofano analizzano le lettere anonime. E' caccia all'autore

31 Agosto 2012   11:51  

E' scattata la caccia all'autore delle lettere anonime recapitate alla famiglia di Roberto Straccia, il 24enne scomparso nel dicembre scorso da Pescara e ritrovato cadavere sulla scogliera di Bari. Una fine, quella dello studente di Moresco, ancora avvolta dal mistero.

Le missive, firmate da un fantomatico camionista che si fa chiamare “l’amico della nonnina”, hanno nuovamente messo in moto gli investigatori.

Gli originali delle lettere, dopo essere stati consegnati da Mario Straccia, padre dello studente, ai carabinieri di Monterubbiano, sono già pronte per essere inviate alla Procura della Repubblica di Bari, che ha scelto di chiedere una proroga delle indagini sulla misteriosa morte del giovane marchigiano.

Secondo quanto riferisce Il Resto del Carlino gli inquirenti si sono già mobilitati per chiedere i tabulati telefonici della famiglia Straccia, dai quali dovrebbero ricavare il numero dai cui e giunta la telefonata del fantomatico camionista che dice di essere a conoscenza delle circostanze in cui è morto Roberto, facendo chiaramente capire che si è trattato di un omicidio. Su questo fronte si sono mossi anche i consulenti tecnici degli Straccia.

"Abbiamo acquisito le fotocopie delle missive – spiega il legale della famiglia, l’avvocato Emilia Velletri – e ora saranno analizzate dal punto di vista psichiatrico dal criminologo Alessandro Meluzzi e sotto l’aspetto scientifico dall’ex comandante del Ris, il generale Luciano Garofano, entrambi consulenti tecnici degli Straccia. L’obiettivo è ricostruire il profilo psicologico dell’autore delle lettere e capire quanto possa essere affidabile. Questo non vuol dire che vogliamo creare un nuovo giallo a tutti costi, ma soltanto che non abbiamo intenzione di tralasciare alcun elemento".

Le lettere sono state recapitate direttamente a casa Straccia e parlano di una terza persona al corrente di quanto accaduto veramente a Roberto. Una persona che ora rischierebbe la vita perchè in possesso di informazioni utili a smascherare l’assassino dello studente. Il papà del ragazzo ha consegnato le missive ai carabinieri soltanto l’altro ieri mattina, perché inizialmente convinto di essere di fronte ad un mitomane. Poi l’ultima lettera lo ha fatto ricredere e, dopo essersi consultato con il suo avvocato, ha deciso di presentarsi in caserma a Monterubbiano per raccontare tutto, compresa la telefonata anonima ricevuta dalla moglie e interrotta perché l’interlocutore non aveva voluto dire il suo nome. La palla passa nuovamente agli inquirenti che in questo fantomatico “amico della nonnina” potrebbero trovare un nuovo alleato per risolvere un caso così intricato. 


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