Richiesta una pratica a tutela dei magistrati del Tribunale per i Minorenni dell’Aquila, dopo le critiche politiche seguite all’allontanamento dei tre bambini della famiglia nei boschi di Chieti.
Il Comitato di Presidenza del Csm ha ricevuto la richiesta di aprire una pratica a tutela nei confronti dei magistrati del Tribunale per i Minorenni dell’Aquila, coinvolti nel provvedimento di allontanamento dei tre minori della famiglia che vive in un’area boschiva del territorio teatino. La decisione arriva dopo una serie di dichiarazioni pubbliche, rilasciate da alcuni esponenti politici, che hanno messo in discussione l’operato dei giudici e il contenuto dell’ordinanza emessa nei giorni scorsi.
La richiesta è stata firmata da tutti i consiglieri togati del Consiglio Superiore della Magistratura, con l’unica eccezione di Bernadette Nicotra (Magistratura Indipendente). A sottoscrivere l’iniziativa sono stati anche i consiglieri laici Michele Papa, Ernesto Carbone e Roberto Romboli, a testimonianza di una convergenza trasversale sulla necessità di proteggere l’indipendenza dell’autorità giudiziaria.
Secondo quanto emerso da ambienti istituzionali, l’attivazione di una pratica a tutela rappresenta uno strumento previsto per salvaguardare la serenità e l’autonomia dei magistrati quando l’esercizio delle loro funzioni viene messo sotto pressione da critiche ritenute ingiustificate o potenzialmente lesive. Nel caso specifico, il crescente dibattito attorno alla scelta della famiglia di vivere nel bosco e alle conseguenti valutazioni dei giudici avrebbe creato un clima considerato particolarmente sensibile.