Centro- Sud: Svimez, 25% laureati trova lavoro con raccomandazione

28 Agosto 2007   18:33  
Non bastano la laurea, gli stage-post laurea, i corsi di perfezionamento, una buona professionalità e tanta voglia di lavorare. In Abruzzo, e nel centro-sud in generale, si entra nel mondo del lavoro solo se si ha la cosiddetta "spintarella". Lo rilevano le anticipazioni di uno studio di Margherita Scarlato che sarà pubblicato sul prossimo numero della Rivista Economica del Mezzogiorno, trimestrale della Svimez, Associazione per lo sviluppo dell´industria nel Mezzogiorno. Dallo studio emerge che nel Sud un laureato su quattro trova lavoro, entro tre anni dalla tesi, grazie a canali "informali". Vale a dire, grazie alle conoscenze. Cosa che accade invece solo al 12 per cento dei ragazzi che si sono trasferiti a Nord per studiare. Nel sud, infatti, si legge nel rapporto: "laurearsi è importante, ma se si proviene dalla famiglia ´giusta´, non solo perché ricca ma pure perché inserita in un reticolo di rapporti sociali". Infatti i canali più utilizzati dai neo-laureati restano la conoscenza diretta, la segnalazione da parte di parenti o amici oppure la prosecuzione di un´attività familiare. Al sud dunque, la conoscenza diretta sembra sostituire totalmente, o quasi, l´ufficio di collocamento. Solo per una piccola percentuale il collocamento è servito a qualcosa. Le società private hanno rimediato un posto a un esiguo 2,3 per cento, le liste pubblichesono state utili solo nel 7 per cento dei casi. Per tutti gli altri resta la "spintarella". Fondamentale è la famiglia che si ha alle spalle: per i nuclei dei ceti sociali più bassi, rileva lo studio, l´investimento negli studi universitari può essere rischioso. "La laurea - si legge nel rapporto - riduce il rischio che lo studente resti disoccupato, ma non riduce il rischio di trovare un´occupazione mal retribuita". Patrizia Santangelo .

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