Chieti, la sanità in Consiglio: Chiodi difende il piano di riordino

19 Novembre 2010   14:31  

Dal Presidente Chiodi, al sub commissario Baraldi al manager della Asl Zavattaro, tutti schierati di fronte al per così dire fuoco di fila dei consiglieri comunali di Chieti nella seduta straordinaria sui problemi della sanità nel capoluogo teatino.

"Consapevoli dei sacrifici che tutti dobbiamo fare - precisa il sindaco Umberto Di Primio - siamo qui, però, anche per avere delle risposte esaurienti in merito alla valorizzazione ad esempio del clinicizzato SS Annunziata, a partire dal polo chirurgico e in merito ad altre problematiche che attanagliano la nostra città" Gianni Chiodi, in qualità di commissario alla sanità dopo una breve introduzione nella quale si appella all'alto senso di responsabilità di tutta la classe dirigente perchè in tempo di guerra, dice, bisogna fare corpo unico, assicura massimo ascolto ma anche intransigenza nei confronti di qualsiasi proposta che possa far riferimento ai modelli del passato. Da qui gli interventi dei consiglieri, di maggioranza ed opposizione, molti dei quali ricordano con nostalgia i fasti di Chieti quando era fiore all'occhiello della sanità abruzzese e di come, a causa di tali indiscriminati, si sia ridotta ad un'offerta sanitaria insufficiente, tanto da costringere molti cittadini ad uscire fuori regione per farsi curare. Tagli ai primari, più che dimezzate le unità operative, mancata aziendalizzazione del clinicizzato e futuro incerto per il vecchio ospedale civile, per gran parte ristrutturato, ma ancora chiuso: "In Abruzzo abbiamo il doppio di primari che in Emilia Romagna dove il sistema sanitario é più efficiente - esordisce Chiodi - il problema non é nella quantità, nella nostra Regione la quantità non ce la possiamo più permettere, bisogna tutelare invece la qualità garantemdo servizi per tutti. Stiamo operando cambiamenti strutturali che per natura scontentano tutti, ma i cui benefici saranno evidenti tra qualche anno. Posso solo dire che a quegli esponenti di opposizione che fanno demagogia paventando scenari nefasti, rispondiamo garantendo un polo di cardiochirurgia all'altezza della situazione, altro che chiusura, e nei limiti del possibile, la razionalizzazione delle strutture esistenti, ma con investimenti mirati e non sperperi per accontentare gli interessi singoli a discapito della collettività."

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