Chieti: ultimo atto del progetto "Migranti"

Si chiude con "Mille metri sotto terra"

04 Giugno 2008   11:52  

“MIGRANTI” è un progetto di produzione e distribuzione di spettacoli che avranno come “perno” artistico il tema dell'emigrazione; è curato dalle cinque compagnie teatrali della Rete Teatri d’Abruzzo ed è stato inserito nella Rete Abruzzese per lo Spettacolo. Dal 28 aprile al 22 giugno “Migranti” propone ben 32 repliche di 5 spettacoli a tema in tutte e quattro le province abruzzesi. Tutti gli spettacoli iniziano alle ore 21 e sono ad ingresso gratuito. Domani giovedì 5 giugno la rassegna concluderà la due giorni a Chieti: presso l’auditorium Supercinema la Compagnia della Memoria andrà in scena con “Mille metri sotto terra”, un testo di Luca Pompei e interpretato da Milo Vallone nato in occasione del cinquantenario della tragica vicenda di Marcinelle, in cui persero la vita oltre 60 abruzzesi su 136 italiani. In occasione della serata, sarà possibile acquistare il testo della pièce pubblicato dalla Demian Edizioni.

Dalle cime sognate della Majella, alle “taglie” della miniera di Marcinelle, il drammatico viaggio verso un lavoro sicuro in Belgio di uno dei tanti emigranti costretti dalla fame di un Italia ancora lacerata dalla Grande Guerra, raccontato in prima persona, secondo coscienza, attraverso i propri occhi.“Mille metri sotto terra” è un silenzio rotto in tanti piccoli pensieri, riflessioni, ma non è solo la testimonianza cruda di una denuncia civile, vuole essere qualcosa di più: la storia dell’anima trascinata a forza verso il più tragico dei destini, come in una sorta di percorso obbligato. L’infanzia in campagna, il servizio militare tra gli alpini, il sapore di casa come elemento distintivo e identificativo, l’intensità e la purezza del suo primo amore e poi l’unica scelta possibile (“A Mà so decise…je me ne vaje”). Il lungo viaggio in treno fino a Milano per le visite mediche e poi a proseguire fino a Charleroi, in Belgio. I massacranti turni di lavoro in anguste taglie di 80 centimetri a oltre mille metri sotto terra e poi quel terribile 8 agosto del 1956, un’improvvisa luce ed il ritorno/non ritorno a casa, in un percorso obbligato a ritroso, le oltre cento bare disposte di fronte alla cattedrale di Pescara, nel giorno dei funerali e gli occhi presenti/assenti di chi può rendere testimonianza anche di questo ultimo atto. Il tutto attraverso una intensa narrazione, dove la storia vissuta si alterna in un gioco di chiaroscuro, con la storia scritta, in un ricordo perpetuo ed eterno. 

 

 


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