Cialente chiede di incontrare i segretari nazionali dei partiti

"La ricostruzione è un problema del Paese"

05 Luglio 2010   17:06  

"La ricostruzione della Citta' dell'Aquila non e' una sfida delle amministrazioni locali bensi' di tutto il Paese, rispetto alla quale il Parlamento deve recuperare la sua consapevolezza e centralita'". Con queste motivazioni il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente scrive ai segretari, ai presidenti e ai coordinatori dei partiti politici nazionali, allo scopo di chiedere loro un incontro volto a spiegare le questioni ancora aperte in merito a ricostruzione, economia, tributi e occupazione. Nel sottolineare come la situazione, all'Aquila, sia ancora di "drammatica emergenza" e nel ricordare gli sforzi del Governo e della Protezione civile, Cialente spiega come, nel frattempo, "dal primo Luglio, abbiamo dovuto ricominciare a pagare tributi, tasse, mutui, anche delle case crollate". "Grande preoccupazione - scrive il primo cittadino - e' indotta dalla previsione contenuta nella manovra economica attualmente in discussione al Senato, che prevede la restituzione del 100 per cento delle tasse sospese per 14 mesi in soli 5 anni a partire dal 1 gennaio prossimo. Una serie di provvedimenti che peseranno in primo luogo sulle famiglie e sui lavoratori autonomi, che sempre piu' piombano nell'inferno della disperazione". Poi il sindaco sottolinea le altre emergenze della situazione aquilana. "La ricostruzione - si legge ancora nella lettera - e' ferma perche' non abbiamo disponibilita' di risorse. E' ferma anche la ricostruzione delle abitazioni con danni di media entita', completamente ferma la ricostruzione delle abitazioni dell'edilizia pubblica, bloccata quella degli edifici pubblici strategici. Delle oltre mille attivita' produttive che, alla data del 6 aprile 2009, erano localizzate nel centro storico, solo una piccola parte ha riaperto, il piu' delle volte in strutture provvisorie e con un volume di affari che si attesta tra il 10 e il 30 per cento rispetto al fatturato precedente. La cassa integrazione e' aumentata, nell'ultimo anno, dell'800 per cento". "Di fronte a questa situazione - scrive il sindaco - chiedo a lei a tutti i leader politici nazionali di poterla incontrare, nel caso lei lo ritensse opportuno anche alla presenza dei capigruppo del suo partito alla Camera e al Senato, per poterle esporre sia quanto e' stato fatto che tutto cio' che si deve ancora fare. Mi piacerebbe, nel caso non l'avesse gia' fatto recentemente, anche di poterla ospitare all'Aquila per mostrarle direttamente la situazione.
La nostra e' la battaglia, condotta senza divisioni e senza casacche, di una citta' che, nonostante tutto, vuole tornare a vivere". Nella lettera il sindaco ricorda la grande mobilitazione dello scorso 16 giugno e accenna a quella prevista per mercoledi' 7 luglio a Roma.
"L'intera comunita' si e' ritrovata, il 16 giugno, in una grande manifestazione composta, dignitosa, commovente, senza bandiere di parte, sotto i colori neroverde, quelli che nel terremoto del 1703 sostituirono il bianco e il rosso del nostro vessillo per legare indissolubilmente L'Aquila a due sentimenti: il nero del dolore e il verde della speranza. Il 7 Luglio saremo tutti a Roma, sempre e solo con gli stessi colori. Mi farebbe piacere se lei volesse incontrare anche li' gli aquilani". "Abbiamo impegnato tutte le nostre energie per ripartire, mettendo da parte il dolore e superando le mille incertezze per il futuro - conclude il sindaco Cialente - Negli ultimi tempi, pero', abbiamo l'impressione che, anziche' un aiuto, una spinta, la politica finisca per determinare un freno a questa corsa in salita che pure abbiamo intrapreso con determinazione. Se non si interviene subito con una politica di sostegno reale e con provvedimenti immediati, che diano certezze normative e finanziarie sulla ricostruzione, questa citta' e questo territorio moriranno. Le chiedo pertanto di aiutarci a restare nella Citta' che amiamo, che da' a ciascuno di noi la propria identita' e in cui si riconosce questa nobile comunita'. Le chiedo di aiutarci a non essere condannati a vederla morire giorno per giorno".


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