Cialente occupa il vecchio Comune: ''L'Italia deve sapere''

Italiani a L'Aquila

17 Marzo 2011   13:41  

Il sindaco dimissionario dell'Aquila Massimo Cialente torna in Comune. Ovvero in quello vecchio e devastato dal sisma, a Palazzo Margherita. Ritorna nel suo ufficio, per un clamoroso gesto di protesta, dopo che ieri aveva declinato l'invito a partecipare alla cerimonia del 150° anniversario dell'Unità d'Italia a Montecitorio.

Il sindaco ha annunciato che rimarrà a Palazzo Margherita per tutta la giornata. E' uscito però per partecipare alla cerimonia del tricolore che si teneva a Palazzo Margherita, tra gli applausi e gli incoraggiamenti dei presenti. Sono un sindaco senza città - ha spiegato Massimo Cialente - di una città distrutta dal terremoto, commissariata come Kabul, mortificata nella sua autonomia e comincia a scemare nella cittadinanza la voglia di farcela. Ma dobbiamo trovare il modo di riprendere il cammino''. '

'Non voglio essere complice dell'omicidio che si sta perpetrando nei confronti della città - ha aggiunto Cialente - sono sindaco di un Comune privo di bilancio di previsione. Una città dove la ricostruzione è ferma, bloccata dal caos normativo, E la responsabilità, che poi viene scaricata su di me, conclude - è del caos normativo, della gestione commissariale, e del governo.

Parole dure nei confronti del commissario Chiodi: ''Gravissimo che non sia andato ieri a Roma per l'audizione sulla legge della ricostruzione''. E su Giorgio De Matteis che anche oggi ha criticato la scelta di Cialente di aver occupato il Comune: ''E' un politico giovane'', e ancora, ''Parla forse a nome e per conto di Chiodi''.

"Non come sindaco ma come aquilano - conclude il primo cittadino - mi sento messo all'angolo soprattutto guardando i giovani di questa città che sembrano non avere prospettive. Non si va ad un matrimonio quando si ha in caso un lutto e la disperazione".

Servizio di Filippo Tronca

Montaggio di Marialaura Carducci


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