Click Days: iniziano i rilievi fotografici per L’Aquila in 3D

03 Ottobre 2010   20:47  

Dopo le carriole nello scorso week end sono arrivati in centro gruppi di fotografi, professionisti e non, per l’iniziativa promossa dall’architetto Barnaby Gunning per la realizzazione di un modello 3D della nostra città che ha reperito adesioni volontarie nella scorsa settimana sul sito www.comefacciamo.com. Il progetto si articola in tre fasi, la prima è costituita dai Click Days in cui verrà raccolto il materiale fotografico che serve per la costruzione dei modelli. Durante la seconda fase – quella di SketchUp Days -  verrà spiegato l’utilizzo del software di Google, SketchUp, impiegato per la realizzazione dei modelli 3D che costituiranno la terza e ultima fase di modellamento del materiale raccolto.
‘Ore 8 del mattino. L’appuntamento è a piazza S. Bernardino per il riconoscimento e la distribuzione dei pass per la zona rossa e delle apparecchiature. Siamo una ventina di persone, maggiormente giovani e maggiormente dell’Aquila.  Stamattina è freddo e non c’è il sole. Stiamo sperando che le previsioni meteo non siano state errate. Siamo venuti quasi tutti con le nostre macchine fotografiche pur consapevoli che non erano indicate per svolgere il lavoro fotografico richiesto, tutti per raccogliere anche una propria documentazione privata di quella zona rossa dove non possiamo accedere.
Barnaby arriva e ci spiega brevemente il lavoro che va fatto e le impostazioni da tenere sulle macchine fotografiche mentre si effettuano gli scatti. Tutti i palazzi vanno fotografati, bisogna mettersi sempre alla stessa distanza nell’effettuare gli scatti relativi allo stesso immobile e bisogna sempre valutare, prima di cominciare, se ci sono detriti che ostruiscono il passaggio, zone pericolose dove non sottostare, macchine e mezzi che intralciano le viuzze del centro. Non sempre abbiamo a disposizione lo spazio davanti alla costruzione tale da consentire di mettere l’immagine in una sola foto, anzi, in realtà, ieri mi è capitato in un solo caso durante l’intera giornata, mentre fotografavo un isolato che dava sul viale Giovanni XXIII.  Poi ci sono gli angoli che vanno fotografati a 45 gradi e i dettagli sporgenti e rientranti dei palazzi storici anche essi hanno bisogno di un immagine dedicata. <<È meglio fare qualche scatto in più quando ci sono situazioni che ci mettono in difficoltà per lo scatto – ci dice l’architetto - perché se poi mancano le foto o queste non vanno bene sarà difficile poter tornare in centro, farsi dare le nuove autorizzazioni  e il lavoro si bloccherebbe>>.
Ci avviamo verso la zona rossa, con i nostri pass, i nostri caschi e le macchine fotografiche con i tre piedi. Non mancano i commenti tra i pochi presenti che si trovano nelle aree accessibili del centro:  dal “credono che L’Aquila si rifaccia con le foto?” al “ecco i soldi della ricostruzione”. Quello che non sanno è che, in realtà, i soldi della ricostruzione non sono stati toccati. Le macchine fotografiche utilizzate nell’iniziativa sono in totale 6 e sono state acquistate da soggetti privati o enti a cui riandranno dopo il loro utilizzo. Purtroppo né Canon né Nikon hanno voluto finanziare il progetto o fornire le macchine fotografiche e l’architetto due le ha anche dovute comprare.
Finora il progetto va avanti grazie alla determinazione di Barnaby che sogna di tornare nella sua casa a via Patini al più presto, in quel centro storico che era abituato a vivere anche lui con la sua famiglia e che tanto amava. Nelle sue parole ieri durante la giornata di foto è palese che il suo cuore è rimasto qui, in questa città, nonostante il suo trasferimento per motivi di lavoro a Londra. Gli manca questo cielo e gli incontri nella piazza del mercato, ed a sentirlo parlare mi accorgo che non è il primo aquilano di adozione che ama questa città più di alcuni che qui ci sono nati.  
Con questo progetto vuole dare un supporto alla città, alla ri-progettazione di essa, alla visibilità da mantenere sul nostro territorio poiché agli occhi del mondo la tragedia è passata, l’emergenza è finita e tutto è risolto, mentre lui – come noi aquilani – sa benissimo dei tanti problemi che qui ci sono e saranno ancora per molto.
Ha trovato supporto in Google, che ha messo a disposizione i suoi esperti (che verranno a spiegare l’utilizzo del software SketchUp, che permetterà ancora ai volontari del territorio di fornire il loro contributo nella realizzazione del progetto), che ne darà pubblicità e visibilità su Google e sull’intera comunità di utenti che potranno anche loro, da ogni parte del mondo, aderire all’iniziativa e lavorare sulle foto che gli saranno inviate. Il supporto di Google che ha sempre dimostrato interesse nella realizzazione di modelli 3D, potrà mostrare su Google Earth la nostra città nello stato attuale e anche in quello precedente al sisma. 
Gunning ritiene molto utile nella progettazione un modello 3D.  ''Attualmente lo scopo del progetto è quello di fornire un archivio storico fotografico a livello architettonico di quella che è la situazione del centro in questo momento, una documentazione che deve servire come base per il futuro della città e del progetto – nella prospettiva magari di creare nuovi posti di lavoro per i giovani che imparino l’utilizzo del software, o di un idea che potrebbe essere trasferita in qualsiasi città storica italiana per la promozione e documentazione del patrimonio artistico – architettonico o per promozione turistica'' ci dice.
Aspettando la passeggiata virtuale nella nostra città, che ricordiamo nella sua immota bellezza, continuerà la turnazione mattina e pomeriggio ogni fine settimana per tutti i week end di ottobre, novembre e dicembre così come i corsi di Sketchup che si terranno presso la Facoltà di Scienze a Coppito, il tutto previa iscrizione sul sito www.comefacciamo.com.
Per oggi noi volontari del Click Days, torniamo contenti a casa, per aver  riposseduto quegli angoli di centro che ci erano stati interdetti da più di un anno dalla zona rossa e convinti di aver fatto qualcosa di utile per noi e per la nostra città’.
Emanuela Bruschi 


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