Co.co.co Regione Abruzzo cos'hanno di diverso dagli altri?

Continua l'inchiesta di Abruzzo24ore.tv

15 Maggio 2010   11:39  

Nel palazzo della politica regionale non si parla d'altro, ogni giorno nuovi capitoli si aggiungono tanto da creare un vero imbarazzo di fronte l'opinione pubblica, perchè è vero che il lavoro va tutelato quindi ben venga l'attenzione particolare su questo problema, ma non si capisce come questo possa accadere solo per i 180 precari della Regione Abruzzo.

Insomma non ci nascondiamo dietro un dito, la politica sui precari in generale sbraita, sconferenza (neologismo che indica le varie conferenze stampa organizzate che non portano mai nulla di concreto), interroga il Consiglio Regionale, ma su questi 180 co.co.co c'è un'attenzione che definire particolare sarebbe riduttivo.

Sulla pelle di questi ragazzi si è conclusa la passata legislatura, stabilizzarli o no, con Giovanni D'Amico allora assessore che rassicurava tutti sulla possibilità di farlo.

Poi lo scioglimento del Consiglio, le elezioni, la vittoria di Chiodi e per lui la poltrona di Vice presidente del Consiglio Regionale in quota all'opposizione, poi lo scandalo Parentopoli quando fu arrestato, per ordine del pm di Pescara Gennaro Varone, Antonio Iovino, dirigente del servizio organizzazione e sviluppo delle risorse umane della direzione programmazione, finanziarie e strumentali e direttore (ad interim) della struttura speciale di supporto controllo gestione della Regione Abruzzo e che portò a vederlo iscritto fra gli altri 10 indagati.

Il "Palazzo" trema, c'è chi dice perchè questi non sono ragazzi come altri, c'è chi dice che la Regione ha il dovere sociale di stabilizzarli dopo, in alcuni casi, 10 anni di precariato, ma c'è anche chi dice che non avendo fatto concorso per accedere al posto pubblico ora si devono mettere in regola e provare che hanno titoli e competenza per fare ciò che fanno da 10 anni.

Peccato, peccato che in tutto questo i sindacati non mettano voce, peccato che la politica dice e poi si contraddice, come la delibera in consiglio prontamente ritirata nell'ultima riunione.

Peccato che per altri precari non ci sia la stessa attenzione, peccato per tutte le voci di corridoio che screditano da un lato i ragazzi, dall'altro i dirigenti ed in ultima battuta i politici, ma che essendo voci non possiamo nè vogliamo riportare.

Evidente che quadrare questo problema non sarà facile, è evidente l'impegno di tornare alla legalità della politica, meno evidenti sono però le colpe di chi ha avvallato per 10 anni questo modo di fare e di chi vorrebbe un'altra volta coprire tutto e "tirare a campare".

CARPINETA REPLICA A D'AMICO SU CONCORSI E PERSONALE
"Non ho replicato subito a quanto comunicato nei giorni scorsi, attraverso i canali istituzionali del Consiglio Regionale, dal vice-presidente Giovanni D'Amico, che e' stato assessore alle risorse umane di questa Regione nel Governo guidato da Ottaviano Del Turco. Mentre lui agitava questa polemica, pensando forse di anticipare i tempi di alcuni appuntamenti sindacali, ero infatti impegnata, insieme agli enti locali abruzzesi, a mettere a punto progetti finalizzati a migliorare la condizione della macchina amministrativa della Regione, delle Provincie e dei Comuni d'Abruzzo". E' l'inizio della risposta dell'assessore al Personale Federica Carpineta, ad una nota, diffusa a mezzo stampa, del Vice Presidente del Consiglio Regionale Giovanni D'Amico sui dipendenti regionali. "Ma quella presa di posizione - aggiunge l'assessore - non puo' rimanere senza risposta, una precisazione che non indirizzo al vicepresidente D'Amico ma che e' rivolta ai dipendenti della Regione e ai tanti giovani che aspirano a diventare tali attraverso i pubblici concorsi. D'Amico accusa l'attuale Governo Regionale, e me come assessore al ramo, di aver fermato il piano di stabilizzazione del personale precario previsto dalla 'sua' delibera n. 38 del 27.01.2008. Vale appena la pena di ricordare che la legittimita' e l'efficacia di quella delibera si basavano su una loro legge regionale, che fu impugnata dal Governo e che fu poi ritirata dall'allora maggioranza di sinistra che governava la nostra Regione. Senza legge non poteva esserci delibera. Per quanto riguarda le verticalizzazioni - prosegue carpineta - va ricordato che esse furono progettate da D'Amico sulla base di una pianta organica imprecisa, di fatto fasulla, perche' non teneva conto del personale transitato alle Province, come lui ben sa, e su quella base fasulla che avrebbe duplicato i costi della Regione.

D'Amico sintetizza tutta la sua protesa, sulla base di un'autorevolezza indiscutibile che ritiene gli derivi dall'esser stato assessore, dicendo che "prende atto che ad un anno di distanza si misura una politica di totale disgregazione - queste le sue lapidarie parole - delle regole e delle prospettive per il personale regionale". D'Amico, nel secondo semestre del 2008, e' stato distratto dal seguire le vicende del personale regionale, forse perche' ci sono state altre vicende che in quel periodo si son svolte nella citta' di Pescara. Ma e' inconcepibile che D'Amico non si sia accorto che in questo anno di distanza, che lui indica come termine di valutazione, c'e' stato solamente un enorme terremoto ed enormi problemi per tutti gli abruzzesi, compresi quelli impegnati ai vari livelli al servizio del governo regionale. Non so dove sia stato lui. Ma tutti noi, tutti gli abruzzesi, eravamo impegnati a gestire l'emergenza terremoto, senza dimenticare l'importanza che il lavoro ha e deve sempre avere sia per i dipendenti sia per chi il lavoro ancora non ce l'ha. Voglio informare anche lui che, grazie all'intenso lavoro politico da me svolto nelle passate settimane con il ministro Brunetta, l'Abruzzo avra' una deroga dal Ministero della Funzione Pubblica e potra' procedere legittimamente sia a fare le verticalizzazioni, basate sul merito, sia ad avviare le tanto attese procedure concorsuali per garantire nuove energie agli uffici regionali". (AGI) com/Plt

D'AMICO DISPOSTO AD INCONTRARE I SINDACATI
A proposito della denuncia da parte dei segretari regionale della Funzione Pubblica CGIL e CISL delle "procedure ondivaghe" dell'assessore Carpineta in relazione alle politiche per il personale precario e non della Regione Abruzzo, il vice presidente del Consiglio regionale, Giovanni D'Amico si e' reso disponibile ad un incontro con i sindacati per fare il punto della situazione. "Voglio a tal proposito ricordare - sottoliena il vice presidente - che il 31 dicembre 2008, data in cui ho cessato le funzioni di assessore al personale, erano esecutivi i seguenti provvedimenti, tutti concordati con le organizzazioni Sindacali e la RSU della Giunta: piano di riqualificazione e progressione verticale del personale attraverso il procedimento dei corsi concorso (il piano riguardava 453 posizioni organiche ed aveva regolare copertura finanziaria); blocco del ricorso ed assunzione di personale precario; piano di stabilizzazione triennale del personale precario (Delibera di giunta n. 38 del 27.01.2008 ); progetto di legge regionale della Giunta, nella quale ero assessore, per la riforma organica della L.R. n.77/99, depositata in Consiglio regionale. Con l'entrata in carica dell'assessore Carpineta - rileva ancora D'Amico - il Sindacato ha accettato, sulla base del solo principio fiduciario, che si avviassero nuove procedure e si e' visto modificare unilateralmente gli accordi e gli atti vigenti, senza alcuna contrattazione. Prendo atto - conclude D'Amico - che ad un anno di distanza si misura una politica di totale disgregazione delle regole e delle prospettive per il personale regionale; un potenziale e dannoso incremento del contenzioso; una crescente inefficienza dell'organizzazione e della qualita' del lavoro, con riflessi gravi, date le condizioni di emergenza in cui vive la Regione Abruzzo dal 2009". (AGI) Com/Ett


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