Coldiretti, business agromafie sale a 15,4 mld (+10%) e attaccano anche il centro e il nord d'Italia

15 Gennaio 2015   10:38  

 In controtendenza alla fase di recessione dell'economia italiana vola il business dell'agromafia che con un aumento del 10 per cento in un anno raggiunge i 15,4 miliardi di euro nel 2014.

E' quanto emerge dal terzo Rapporto Agromafie elaborato da Coldiretti, Eurispes, e Osservatorio sulla criminalita' nell'agricoltura e sul sistema agroalimentare.

Produzione, distribuzione, vendita sono sempre piu' penetrate dal potere criminale, esercitato ormai in forme raffinate attraverso la finanza, gli intrecci societari, la conquista di marchi prestigiosi.

Non vi sono zone 'franche' rispetto a tali fenomeni che si riscontrano anche nel tessuto economico delle aree del Centro e del Nord Italia.

Mentre e' certo che le Mafie continuano ad agire sui territori d'origine, perche' e' attraverso il controllo del territorio che si producono ricchezza, alleanze, consenso: specialmente nel Mezzogiorno, costretto ad aggiungere alla tradizionale poverta' gli effetti di una crisi economica pesante e profonda, aggravata dalla 'vampirizzazione' delle risorse sistematicamente operata dai poteri illegali. 

 I capitali accumulati sul territorio dagli agromafiosi attraverso le mille forme di sfruttamento e di illegalita' hanno bisogno di sbocchi, devono essere messi a frutto e percio' raggiungono le citta', in Italia e all'estero dove e' piu' facile renderne anonima la presenza e dove possono confondersi infettando pezzi interi di buona economia.

Vengono rilevati, attraverso prestanome e intermediari compiacenti, imprese, alberghi, pubblici esercizi, attivita' commerciali soprattutto nel settore della distribuzione della filiera agroalimentare, creando, di fatto, un circuito vizioso: produco, trasporto, distribuisco, vendo, realizzando appieno lo slogan 'dal produttore al consumatore'.

L'incremento - sottolineano Coldiretti, Eurispes ed Osservatorio sulla criminalità nell'agroalimentare - e' stato determinato da diversi fattori tra i quali questi alcuni non prevedibili, come quelli climatici, che hanno colpito pesantemente la produzione, non piu' in grado di soddisfare la domanda, cio' che apre le porte a fenomeni di ulteriore falsificazione e sfruttamento illegale dei nostri brand; altri, dovuti alle restrizioni nell'erogazione del credito alle imprese che hanno portato o alla chiusura di numerosissime aziende o alla necessita' per molti imprenditori di approvvigionarsi finanziariamente mediante il ricorso ad operatori non istituzionali.

Il fenomeno delle agromafie investe ambiti complessi, dove il sistema mafioso si e' da tempo rigenerato in forme di vera e propria criminalita' economica, ad opera di ben strutturati gruppi di interesse con ramificazioni diffuse anche sul piano transnazionale.

E' attraverso queste forme di imprenditorialita' criminale che viene assicurato innanzitutto il riciclaggio degli illeciti patrimoni che provengono dal traffico di stupefacenti, dal racket e dall'usura. 

 Il fenomeno delle agromafie non interessa piu' solo i territori meridionali, ma riguarda anche le aree del Centro e del Nord Italia dove le consorterie mafiose si sono da tempo insinuate nel tessuto economico attraverso un fitto intreccio di interessi tra comitati d'affari locali e famiglie mafiose siciliane, clan camorristici e 'Ndrangheta calabrese.

Il modello economico-criminale, spiega Coldiretti, e' stato dunque replicato come ben delineato in diversi riscontri investigativi: anche in questi casi si va dall'accaparramento dei terreni e della manodopera agricola al controllo della produzione, dal trasporto su gomma allo stoccaggio della merce, dalla intermediazione commerciale alla fissazione dei prezzi, fino ad arrivare agli ingenti investimenti destinati all'acquisto di supermercati o centri commerciali in cui possono trovare ambito privilegiato di impiego i proventi illeciti, anche in termini di riciclaggio.


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore