Comuni abruzzesi in difficoltà: Regione in ritardo nei pagamenti

Intervista a Umberto Murolo

01 Novembre 2008   18:36  
Risale a qualche giorno fa l’appello lanciato dal presidente dell’Anci Abruzzo Antonio Centi al vice presidente vicario della Regione Enrico Paolini, sulla drammatica crisi che sta sconvolgendo i Comuni abruzzesi per via del “forte restringimento dei pagamenti per cassa della Regione” , arrecato dalle “gravi vicende giudiziarie degli ultimi mesi” che hanno messo a dura prova l’intera economia abruzzese. L’istanza, contenuta in una lettera inviata da Centi all’attenzione di Enrico Paolini, fa riferimento alla condizione di forte disagio subita dagli Enti locali, che non ricevendo gli stanziamenti previsti dalla Regione per la realizzazione di opere pubbliche già avviate ed in parte pagate, rischiano di fuoriuscire dai patti di stabilità interni subendo gravi ritardi anche riguardo agli assestamenti di bilancio che per legge devono essere votati da ogni Comune entro e non oltre il 30 novembre.

Le conseguenze di tale situazione minacciano di estendersi ben oltre la realtà delle amministrazioni locali, andando a destrutturare e indebolire tutta una serie di ambiti funzionali alla sopravvivenza stessa dell’economia abruzzese. Dalla lettera di Centi alla Regione “ la situazione in sè non e' solo grave per il fatto che i Comuni non riescono a ricevere quanto dovuto compromettendo così in maniera pesantissima anche i difficili livelli di liquidità comunali, ma anche perchè produce danni all'intero sistema produttivo regionale che in un modo o nell'altro ha realizzato interventi o forniture in favore degli Enti locali e che oggi non ottiene i pagamenti dovuti, con seri rischi per le stabilità aziendali. […] E' indubitabile che le gravi vicende giudiziarie degli ultimi mesi sono in gran parte all'origine di una tale disastrosa situazione, ed è per questo motivo che chiedo un atto della Giunta Regionale teso a richiedere al Governo uno slittamento dei termini previsti per il computo del disavanzo ai fini del patto di stabilità, considerata la eccezionalità determinatasi in Abruzzo, non riscontrabile attualmente in nessun’ altra Regione italiana. La prego caro Presidente, di considerare questa mia richiesta con molta attenzione visto che per i Comuni abruzzesi tale questione assume caratteri vitali”.

I Patti di stabilità. Nati con lo scopo di contenere il debito pubblico e di rendere maggiormente autonomi gli Enti locali in fatto di economia finanziaria, prevedono sanzioni non particolarmente benigne per i contribuenti della Regione, disposte in seguito a complessi e assidui monitoraggi, effettuati sui bilanci comunali delle località con popolazione superiore ai 5000 abitanti e delle Province. Una volta deciso l’importo della Manovra che l’Ente locale deve sopportare è necessario identificare il saldo finanziario, in termini di competenza e di cassa per ciascuno degli anni 2008, 2009, 2010. Per il primo obiettivo si farà riferimento agli accertamenti dei primi 4 titoli di entrata e agli impegni dei primi due titoli di spesa, mentre per l’obiettivo di cassa si terranno in considerazione unicamente gli incassi e i pagamenti, sia per la parte corrente che per quella in conto capitale. Le voci analizzate per il calcolo del rispetto del Patto includono i trasferimenti statali, che rappresentano il contributo più rilevante.

Le sanzioni. Nell’ ipotesi di mancato rispetto degli obiettivi imposti dalla normativa, il Presidente del Consiglio diffida i Comuni ad attuare i necessari provvedimenti entro il 31 maggio dell’anno successivo a quello di riferimento. Se l’Ente non adempie a tale obbligo il Sindaco viene nominato commissario ad acta al fine di provvedere alla realizzazione delle misure necessarie entro e non oltre il 30 giugno, trascorso il quale viene maggiorata automaticamente l’aliquota dell’addizionale comunale Irpef vigente di 0,3 punti percentuali. Non solo. Gli Enti che non rispettano il Psi anche per uno solo degli obiettivi, non possono procedere ad assunzioni di personale di qualsiasi titolo e con qualsiasi contratto, neanche relativamente alle categorie protette. Eliminata dalla Finanziaria 2008 e reintrodotta dalla cosiddetta legge Finanziaria d’estate( num. 33 del 06/08/2008), la sanzione evidenzia tutta la sua rigidità.

Intervista al sindaco di Castel di Sangro Umberto Murolo.

Con poco più di 5000 abitanti il Comune di Castel di Sangro (nella foto) fa parte di quegli Enti locali in evidente stato di difficoltà, dei quali Antonio Centi si è fatto sostenitore affinchè la Regione regolarizzi i pagamenti previsti.

Sindaco Umberto Murolo può fornirci qualche esempio concreto di opera avviata ed in seguito bloccata per via del deficit pubblico accumulato dalla Regione?

“Il primo che mi viene in mente riguarda la costruzione dell’ Ospedale. Ci siamo mossi tempestivamente per avviare le pratiche necessarie e sostenere le spese richieste dalle imprese costruttrici e fornitrici, ma dei finanziamenti previsti dalla legge speciale per l’Alto Sangro nemmeno l’ombra. Si tratta di una profonda ingiustizia. La Regione ci viene a dire - tra l’altro qualche tempo prima della scadenza dei termini - che non può trasferire i finanziamenti promessi per non fuoriuscire dal proprio Patto di stabilità interno, portando però i Comuni a trasgredire il loro. Le opere sono state avviate, le imprese pagate, mentre la fine dell’anno si avvicina … I problemi della Regione non possono ricadere così pesantemente sui Comuni”.

Quali sarebbero gli effetti di una fuoriuscita dal Patto di stabilità per il Comune di Castel di Sangro?

“Non si tratta soltanto di Castel di Sangro … tutti gli Enti sottoposti al Patto di stabilità interno si trovano in difficoltà. Le conseguenze? Gravissime. Disastrose. Il Comune rischia di perdere i contributi statali per l’anno prossimo in quanto avrà registrato delle uscite non compensate dalle entrate previste. Si tratta di un Comune che supera di poco i 5000 abitanti, non siamo certo L’Aquila, dovendo ridurre le spese non potremo pagare gli stipendi né effettuare nuove assunzioni”.

Cosa si aspetta dalla Regione affinchè la crisi delle Autonomie locali venga ridimensionata?

“ Sostanzialmente che accolga le richieste avanzate da Antonio Centi nella lettera a Paolini. Due sono le strade che l’amministrazione regionale deve percorrere: attivarsi per far fronte ai pagamenti dovuti ai Comuni, oppure chiedere al Governo Nazionale di prorogare le scadenze previste dal Patto di stabilità per gli Enti locali, sarebbe gravissimo se a pagare per i ritardi e le vicende giudiziarie della Regione fossero i Comuni”.



Giovanna Di Carlo


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