Comuni viziosi: casinò a Chieti, zoning a Controguerra

11 Maggio 2010   12:03  

La crisi morde e abbassa il morale, e allora alcuni sindaci fanno di vizio virtù per di dare alla loro città un occasione di sviluppo.

Un casinò all'ospedale san Camillo, è l'idea ad esempio del neo-sindaco di Chieti Umberto Di Primio, che non ne rivendica la primogenitura, che fu dell'ex sindaco Cocullo, ma si impegna ora a trasformarla in realtà. ''Una casa da gioco sul modello di Venezia o St Vicent - spiega - nel cuore di Chieti  potrebbe creare in città un movimento turistico eccezionale.'' . Di Primio anzi immagina che il casinò potrebbe fare da volano il turismo dell'intera regione verde - o del tavolo verde - dei Parchi.
Il capogruppo in consiglio Alessio Di Iorio però invita a tornare con i piedi per terra. '' Realizzare un casinò è impossibile, in quanto manca la legge nazionale che l'attuale governo Berlusconi non ha mai approvato. O pensa che i cittadini abbiano l'anello al naso?''

Altri ricordano che i casinò sono tra i primi punti del programma del governo ombra delle mafie, perchè tali strutture possono essere usate come straordinarie lavatrici per pulire il denaro sporco.

Spostiamoci a Controguerra: il sindaco Mauro Scarpantonio, lancia la proposta, già raccolta dall'associazione On The Road, di prevedere sul territorio cittadino, delle cosiddette zoning, ossia delle aree riservate alle prostitute. Una zona franca lungo gli oltre dieci chilometri della Bonifica, lontano dagli occhi delle persone per bene. E pensare che fu proprio Scarpantonio, che per primo in provincia di Teramo, quasi tre anni, firmo' l'ordinanza di divieto di contrattazione di prestazioni sessuali sul territorio comunale, elevando decine di contravvenzioni.
Ora fallita la via della repressione, Di Scarpantonio sembra voler dunque imboccare quella del fare necessità virtù, controllando e di fatto legalizzando il fenomeno. Perché la zona franca, sarà una sorta di casa chiusa all'aria aperta. che salverà il decoro della città, e magari potrà creare un indotto economico intorno alla clientela, che non rischiando più nulla, arriverà numerosa da tutta la Regione.
Secondo molte associazioni che operano nel campo della prostituzione, l'idea è valida a patto che lo zoning non diventi una zona franca anche per il business delle associazioni criminali, per lo sfruttamento di tante giovani schiave del sesso.

 


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