Confindustria: l'Abruzzo ha bisogno del petrolio

28 Ottobre 2010   16:43  

"Confindustria Chieti ribadisce le ragioni dello sviluppo e ritiene scellerata la scelta della Regione Abruzzo di portare avanti un Disegno di Legge che limita qualsiasi intervento di ricerca ed estrazione di idrocarburi".

E' quanto dichiara in una nota il presidente di Confindustria Chieti, Paolo Primavera.

"In questo clima di terrorismo ecologico - osserva - e' doveroso sottolineare che nel settore estrattivo in Abruzzo, in oltre 60 anni di attivita', non si e' mai verificato alcun incidente a danno dell'ambiente o della salute dei cittadini. Nel territorio provinciale di Chieti sono insediate oltre i 2/3 delle aziende della filiera per circa 5000 lavoratori impiegati, tutte dotate delle necessarie certificazioni di qualita', di sicurezza e rispetto dell'ambiente, necessarie e obbligatorie per chi lavora in questo settore".

Secondo Primavera, "le scelte della Regione sono guidate da una totale mancanza di responsabilita'. Il ruolo e il peso delle associazioni del fronte che si oppone all'industria energetica, blocca di fatto lo sviluppo. Rivolgo pertanto un accorato appello perche' si evitino decisioni drastiche senza un'attenta analisi degli impatti economici, ambientali, sociali e occupazionali e soprattutto senza alternative economiche valide, quando molte delle quasi cento aziende saranno mandate altrove, molti degli occupati del settore saranno senza lavoro e le migliori risorse umane e professionali della regione saranno costrette a trasferirsi in Basilicata o in Emilia Romagna.

Per non parlare della perdita delle royalty che costituiscono oggi entrate fondamentali per le casse della nostra Regione i cui conti sono gia' fortemente compromessi dal debito sanitario".

Confindustria Chieti propone di avviare un'azione di informazione e comunicazione sul tema degli idrocarburi oltre che di confronto con le parti interessate che abbia un rigore scientifico ed economico.

"La posta in gioco e' la perdita di quasi 1 miliardo di euro di investimenti, fermi per blocco dell'iter autorizzativo, gia' stanziati per progetti cantierabili da parte delle societa' degli idrocarburi, e che possono generare da subito circa 1300 nuovi posti di lavoro oltre che la conservazione dell'occupazione esistente inevitabilmente destinata alla riduzione.

A tutti i firmatari del documento anti-idrocarburi - conclude Primavera - Confindustria Chieti pone un quesito: quale alternativa per queste cinquemila famiglie? Quale futuro per le aziende del territorio e per il Porto di Ortona il cui volume di attivita' e' fortemente legato al settore idrocarburi?".

 


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