Consiglio europeo: "Russia fermi azioni contro Ue" E' scontro con Orban su legge Lgbtq

25 Giugno 2021   10:48  

"Il Consiglio europeo chiede alla Russia di assumersi pienamente la responsabilità nell'assicurare l'attuazione degli accordi di Minsk come condizione chiave per qualsiasi cambiamento sostanziale nella posizione dell'Ue" si legge nelle conclusioni finali. Sui migranti i leader Ue chiedono "azioni concrete e mirate" 

Leader Ue divisi su eventuale vertice con Putin Il premier olandese Rutte ha escluso che parteciperà a un eventuale summit con il presidente russo Vladimir Putin a Mosca secondo la proposta di Francia e Germania. Sulla stessa lunghezza d'onda anche il premier estone Kaja Kallas.  Rafforzare partenariato orientale "Il Consiglio europeo sottolinea la necessità di approfondire ulteriormente e intensificare i legami politici, economici e tra le persone, e la cooperazione con i Partner Orientali in prospettiva di aumentare la loro resilienza. In questo contesto richiama la dichiarazione del Summit de Partner Orientali del 2017 che riconosce le aspirazioni europee e la scelta europea dei Partner Orientali coinvolti, come stabilito negli accordi di associazione, e nel contesto della loro entrata in vigore. Sottolinea anche il suo impegno ad approfondire le relazioni con l'Asia centrale".

Lo si legge nelle conclusioni adottate dal Consiglio europeo in merito alle relazioni con la Russia.

Scontro con Ungheria su legge Lgbtq Il tema non è nell'agenda ufficiale ma è entrato a gamba tesa nel Consiglio europeo. Il presidente Charles Michel ha voluto che si parlasse del rispetto dei diritti civili in Ungheria con l'approvazione della nuova legge sull'educazione sessuale ai minori. La questione agita le istituzioni europee e gli Stati membri da giorni. Prima l'iniziativa dei Paesi del Benelux di una dichiarazione congiunta contro il provvedimento di Budapest, accusato di essere discriminatorio verso le persone lgbtq, poi la presa di posizione di ieri della presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, che ha definito una vergogna il provvedimento del governo Orbàn, e infine una escalation di iniziative e dichiarazioni che hanno aperto la prima giornata del Consiglio europeo.

Già all'arrivo a Palazzo Europa molti leader si erano presentati con la spilletta arcobaleno sulla giacca e hanno rilasciato dichiarazioni infuocate. A cominciare dal primo ministro olandese, Mark Rutte, e da quello belga, Alexander De Croo, tra i promotori della dichiarazione anti-Ungheria. Mentre al suo ingresso al vertice il premier ungherese, Victor Orban, aveva espresso sicumera sulla bontà del suo provvedimento, annunciandone la definitiva approvazione e chiedendo una non ingerenza dell'Ue nelle questioni nazionali. "E' sempre meglio leggere prima e poi reagire.

Sono stato un difensore della libertà nel regime comunista dove l'omosessualità era punita. Difendo i diritti dei ragazzi omosessuali ma questa legge non riguarda questo, è su ogni tipo di interferenza sessuale, è sul diritto dei bambini e dei genitori, decide che il modo con cui educare i bambini appartiene solo ai genitori", ha detto il presidente sovranista che ieri aveva definito "una vergogna" le accuse da parte della Commissione europea.

Sul tema si sono espressi, in una conferenza congiunta, anche detto il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, e il presidente del Parlamento europeo, Davide Sassoli. "Nessuna discriminazione è accettabile in qualsiasi circostanza e tutte le discriminazione contro le persone Lgbt sono totalmente inaccettabili nelle nostre società moderne", ha affermato il capo dell'Onu.  "Ho ricordato al Consiglio che noi dobbiamo chiedere severità a noi stessi sulla difesa dello stato di diritto e ho fatto presente che alcune iniziative dell'Ungheria nei giorni scorsi hanno destato perplessità in tutte le istituzioni europee e negli Stati membri. Su questo è intervenuto anche Orban, dicendo che nel suo Paese non ci sono violazioni, gli ho fatto presente che ci sono state critiche in tutte le istituzioni e di considerarle", ha chiosato Sassoli. La Commissione europea, da parte sua, ha mandato una lettera molto dettagliata alla ministra della giustizia ungherese, Judit Varga, in cui nella legge di Budapest si ravvisano gli estremi di violazioni delle direttive sui servizi dei media audiovisivi, sull'e-commerce e sulla Carta dei diritti fondamentali.

Il governo di Orbàn ha tempo fino al 30 giugno per rispondere a Bruxelles. Poi potrebbero scattare ulteriori provvedimenti, come le procedure di infrazione fino al ricorso alla Corte di giustizia Ue, sanzioni che hanno tempi lunghissimi. Intanto, in serata è arrivata la risposta seccata della ministra della giustizia ungherese, Judit Varga, al primo ministro olandese Rutte che aveva detto che non c'è posto in Europa per il Paese governato da Orbàn.

"L'Ungheria non vuole lasciare l'Unione europea - ha detto la ministra -. Al contrario, vogliamo salvarla dagli ipocriti". Un nuovo capitolo in uno scontro che terrà banco ancora per molto. Migranti, azioni concrete e mirate I leader dell'Unione europea, riuniti nel vertice a Bruxelles, hanno chiesto alla Commissione "azioni immediate e concrete" per i Paesi di origine e transito per affrontare il problema migratorio. E' la strategia dell'azione sulla dimensione esterna, basato soprattutto sulla cooperazione, finanziaria in primis, con i Paesi partner e quindi sulla protezione dei confini esterni. Di ricollocamenti e riforme di Dublino si parlerà in un secondo momento. Intanto, i capi di Stato e di Governo dei Ventisette hanno chiesto alla Commissione di "presentare, in stretta cooperazione con gli Stati membri, piani d'azione per i Paesi di origine e transito nell'autunno 2021, indicando obiettivi chiari, ulteriori misure di sostegno e tempistiche concrete". Hanno inoltre invitato la Commissione a "fare il miglior uso possibile di almeno il 10% della dotazione finanziaria dell'Ndici (strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale), nonché dei finanziamenti nell'ambito di altri strumenti pertinenti, per azioni relative alla migrazione e a riferire al Consiglio sulle sue intenzioni al riguardo entro novembre".

Nell'immediato, il Consiglio europeo - che non trattava il tema migratorio dal vertice del giugno 2018 - ha confermato che "saranno intensificati i partenariati e la cooperazione reciprocamente vantaggiosi con i Paesi di origine e di transito, come parte integrante dell'azione esterna dell'Unione europea".  "L'approccio sarà pragmatico, flessibile e su misura, farà un uso coordinato, come Team Europe, di tutti gli strumenti e gli incentivi disponibili dell'Ue e degli Stati membri e si svolgerà in stretta collaborazione con l'Unhcr e l'Oim", si legge nelle conclusioni di vertice. Il piano "dovrà affrontare tutte le rotte e basarsi su un approccio globale, affrontando le cause profonde, sostenendo i rifugiati e gli sfollati nella regione, sviluppando capacità di gestione della migrazione, sradicando il contrabbando e la tratta, rafforzando il controllo delle frontiere, cooperando in materia di ricerca e soccorso, affrontando la migrazione legale nel rispetto delle competenze nazionali e garantendo il rimpatrio e la riammissione". Infine, il Consiglio europeo ha "condannato e respinto ogni tentativo di Paesi terzi di strumentalizzare i migranti a fini politici".  

 


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