Consumi Istat: spesa delle famiglie ferma al 2010

Il dato medio mensile pari a 2.453 euro al mese

05 Luglio 2011   10:35  

E' rimasta sostanzialmente ferma la spesa delle famiglie nel 2010. Il dato medio mensile, informa l'Istat, e' pari a 2.453 euro, con una variazione rispetto all'anno precedente pari a +0,5%.

Tenuto conto dell'errore campionario (0,6%) e della variazione del valore del fitto figurativo (+0,2%), la spesa risulta stabile in termini reali nonostante la dinamica inflazionistica (+1,5%). Il valore mediano della spesa mensile per famiglia e' pari a 2.040 euro (+1% rispetto al 2009) e conferma la stabilita' osservata in termini di valore medio.

La spesa media in valori correnti per generi alimentari e bevande non mostra variazioni significative rispetto al 2009 (+1,2%) e si attesta a 467 euro mensili. In particolare, aumenta la spesa per carne, mentre continua a diminuire quella per oli e grassi.

La quota di spesa per alimentari e bevande rimane costante fra le famiglie del Nord e del Centro (16,5% nel Nord e 18,6% nel Centro), mentre aumenta nel Mezzogiorno, arrivando a rappresentare un quarto della spesa totale. La spesa non alimentare, analogamente a quella alimentare, risulta stabile e pari a 1.987 euro mensili.

E' in diminuzione rispetto al 2009, caratterizzato da un inverno particolarmente rigido, la spesa per combustibili ed energia e quella per altri beni e servizi. Continua ad aumentare il peso dell'abitazione sulla spesa media mensile, cosi' come aumenta il peso di sanita' e istruzione.

La Lombardia e' la regione con la spesa media mensile piu' elevata (2.896 euro), seguita da Emilia-Romagna (2.885) e Veneto (2.876). Fanalino di coda, ancora una volta, la Sicilia con una spesa media mensile (1.668) di oltre 1.000 euro inferiore a quella delle regioni con la spesa piu' elevata.

La percentuale di famiglie che dichiara di aver diminuito la quantita' e/o la qualita' dei prodotti alimentari acquistati rispetto all'anno precedente e' pari al 35,1%, analoga a quella osservata per il 2009.

Tra di esse, il 65,3% dichiara di aver diminuito solo la quantita', mentre il 13,6% di aver diminuito anche la qualita'. Nel 2010 alla spesa per generi alimentari e bevande viene destinato, in media, il 19% della spesa totale (era il 18,9% nel 2009).

Una sostanziale stabilita' si evidenzia anche per le abitudini di spesa: il supermercato si conferma il luogo di acquisto prevalente per tutti i generi alimentari (scelto dal 69,4% delle famiglie), mentre quasi la meta' delle famiglie (il 48,5%) continua ad acquistare il pane al negozio tradizionale, l'11,5% sceglie il mercato per l'acquisto di pesce e il 17% per la frutta e la verdura.

Stabile al 10,1% e' la quota di famiglie che acquista generi alimentari, in particolare pasta, presso gli hard-discount. Stabili, a livello nazionale, sono le quote destinate ai tabacchi (21 euro mensili), alle comunicazioni (48 euro), ai trasporti (339 euro) e all'abbigliamento e calzature (142 euro).

Restano immutate anche le abitudini di spesa per l'acquisto di scarpe e vestiti: il 66,4% delle famiglie continua ad acquistare prevalentemente presso il negozio tradizionale, quasi il 20% presso un ipermercato/supermercato e il 12% al mercato. La stabilita' delle suddette quote si conferma in tutte le ripartizioni, ad eccezione di quella per i trasporti il cui peso continua a diminuire nel Mezzogiorno e aumenta nel Nord.

Diminuiscono invece le spese destinate agli altri beni e servizi in tutte le ripartizioni: da 268 euro del 2009 a 253 euro del 2010. In particolare, si contrae, anche a seguito della minore percentuale di famiglie che acquistano tali prodotti, la spesa per la cura personale (parrucchiere, barbiere, centri estetici e simili), i viaggi, gli onorari dei professionisti, l'assicurazione vita e le rendite vitalizie. In diminuzione su tutto il territorio appare poi la quota di spesa per combustibili ed energia, aumentata nel 2009 a seguito di una stagione invernale particolarmente lunga e rigida (5,2% nel 2008, 5,5% nel 2009, 5,3% nel 2010).

Il calo piu' marcato si osserva per le spese associate al riscaldamento, in particolare gas da rete e combustibili liquidi; un'evidente diminuzione si osserva anche nelle spese sostenute per le utenze di energia elettrica, a seguito della riduzione dei prezzi associati a questo servizio.

Stabile da ormai tre anni e' la quota di famiglie che occupano un'abitazione in affitto (17,2%), con valori pari al 18,2% nel Nord, al 14,4% nel Centro e al 17,6% nel Mezzogiorno. La spesa media effettiva per il canone locativo varia fra i 431 euro delle regioni del Centro e i 295 del Mezzogiorno.

Tra le famiglie che vivono in abitazione di proprieta' (il 73,6% del totale), il 16,1% paga un mutuo (era il 15,9% nel 2009). Questa voce di bilancio, pur non essendo una spesa per consumi (configurandosi piuttosto come un investimento) rappresenta un'uscita consistente che, per circa 2 milioni 947 mila famiglie, e' pari, in media, a 494 euro al mese.

Circa 1.300 euro separano la spesa media mensile delle famiglie di operai (2.372 euro) da quella delle famiglie di imprenditori e liberi professionisti (3.674 euro), mentre scende a 1.856 euro la spesa delle famiglie con a capo un disoccupato, una casalinga o una persona in altra condizione non professionale (esclusi i ritirati dal lavoro, le cui famiglie spendono in media 2.108 euro).

Le stesse evidenze si osservano, su livelli piu' bassi, anche in termini di spesa mediana. In generale, le famiglie con i livelli di spesa piu' bassi (famiglie di anziani, famiglie con a capo una persona esclusa dal mercato del lavoro, sia essa ritirata o in altra condizione non professionale) destinano una quota piu' elevata della loro spesa totale a beni di prima necessita', come abitazione e alimentari (essi rappresentano il 63,8% per le famiglie con a capo una persona in altra condizione non professionale e il 74,7% tra gli anziani soli).


Galleria Immagini

Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore