Coraline e la porta magica
Regia: Henry Selick
Cast: Dakota Fanning, Teri Hatcher,John Hodgman
Genere: Animazione
Durata: 100 minuti
Voto: OOOO
La vita di Coraline Jones, ragazzina undicenne come tante, scorre noiosa e lenta nella nuova casa nell'Oregon. I suoi genitori non la degnano di uno sguardo, assorti come sono nel loro lavoro. Curiosa e desiderosa di avventure come non mai, prova ad esplorare il suo nuovo mondo, e conosce un eccentrico quanto petulante bambino, Wybie, scopre il fantasioso universo di due stravaganti attrici sul viale del tramonto e fa amicizia con uno strambo acrobata del circo. Nonostante questi nuovi incontri,a Coraline non piace questa realtà. Ce ne vorrebbe un'altra.
Torna Henry Selick e dopo che l'amico Tim Burton gli aveva affidato il suo Nightmare Before Christmas, stavolta lavora 'in proprio', con questa storia fantasy dal gusto molto dark. Si ripropone, come nel suo precedente film, la contrapposizione di due mondi. Uno grigio, triste e dominato dalla noia, l'altro colorato, pieno di prelibatezze e di strambe creazioni. Ci troviamo, dunque, davanti alla classica minestra riscaldata? Nient'affatto. Coraline e la porta magica proietterà lo spettatore in un mondo inaspettato e in cui gli effetti speciali si mescolano con le geniali invenzioni di due maestri del genere come Selick e Gaiman, autore del romanzo da cui la pellicola è tratta. La stop-motion si sposa con il 3-D e il risultato è un nuovo capolavoro, tutto da vedere, e, soprattutto, da vivere.
Chi si accontenta gode è un proverbio che poco si addice a Coraline, che vorrebbe una realtà creata tutta intorno a lei, come recita un famoso spot. Riuscirà a trovarla esattamente come la sogna, ma non è tutt'oro quello che luccica. Questo vecchio detto vale per lei, ma non per noi che guardiamo. Ci si trova, infatti, al cospetto di un autentico gioiello del cinema d'animazione, sottolineato da immagini sempre più spettacolari. Accontentarsi, questa volta, sarebbe un vero peccato. Splendido.
Una notte da leoni
Regia: Todd Phillips
Cast: Bradley Cooper, Ed Helms, Zach Galifianakis, Justin Bartha
Genere: Commedia
Durata: 100 minuti
Voto: OO 1/2
Mancano solo due giorni al suo matrimonio e, come sempre si fa, Doug ha organizzato un addio al celibato indimenticabile. Parte, così, con tre amici alla volta di Las Vegas, per darsi in pasto all'alcool per un'ultima, pazza notte. Tutto va secondo i piani, a parte un piccolo particolare. Quando gli amici di Doug si svegliano, il futuro maritino non c'è più. Che fine avrà fatto?
Todd Philips è un regista specializzato in commedie on the road e cultura rock'n'roll. Queste sue passioni trovano largo spazio in questa eccentrica pellicola, dove personaggi al limite del ridicolo (quando non vi sfociano senza pudore), droga, alcool e donne disinibite e parecchio cattive la fanno da padrona. Le bizzare vicende dei quattro amici sbronzi vengono narrate in tipico stile road-movie, dove la graduale ripresa dalla sbornia, con il lento ritorno alla lucidità, si associa con il giallo della scomparsa dello sposo.
Simpatica commedia che, però, promette risate grosse senza mantenere. Già seduto con le ganasce aperte, complice un trailer fatto ad arte, lo spettatore sarà costretto a richiuderle per ricambiare allo schermo giusto qualche sorriso, provocato, soprattutto, dal demenziale personaggio di Alan, interpretato da Zach Galifianakis, che a Las Vegas ci era già stato per un'altra notte brava insieme a Cameron Diaz e Ashton Kutcher. Bravi gli altri tre interpreti senza, però, brillare particolarmente. Gustosi i cammei di Mike Tyson e del bebè con gli occhiali da sole. Passo in avanti per Todd Philips, che rispetto al suo precedente Road Trips costruisce una storia convincente. Ma le risate di grana grossa stanno tutte nel trailer.
Borderland
Regia: Zev Berman
Cast: Brian Presley, Rider Strong, Jake Muxworthy, Martha Higareda
Genere: Horror
Durata: 104 minuti
Voto: OO
Ed, Phil ed Henry, sono tre studenti che si preparano ad andare all'università. Durante un campeggio estivo in Texas, stufi delle ragazze americane troppo caste e di una libertà costruita intorno ad eccessive regole, decidono di realizzare il sogno più grande: varcare il confine con il Messico e vivere avventure con donne facili. E' l'inizio di un incubo.
Il prologo di Borderland impressiona per la violenza delle immagini, e fa presagire una pellicola sulla falsa riga di Hostel o del più recente Martyrs. In realtà non è affatto così, il film non punta solo su occhi estirpati, braccia tagliate e stinchi affettati. Vuole essere, al contrario, un thriller concettuale a metà tra il politico e il religioso. Rimane, però, come spesso succede quando si mette troppa carne al fuoco, un prodotto sospeso tra ciò che è e ciò che vorrebbe essere. Il confine del titolo è quello tra l'America (il Paradiso) e il Messico (l'inferno). Scontato vedere come dietro una metafora di questo tipo ci sia una visione ultra-patriottica del postico in cui si è nati. I messicani sono visti come dei diavoli vestiti da religiosi incalliti. La loro è una terra dominata da un eccessivo liberismo, che li porta a comportarsi come delle autentiche bestie senza nè legge nè Dio. Le loro abitudini sono, peraltro, contagiose visto che anche chi varca la dogana, piano piano, tende ad emularli.
Rispetto agli altri film splatter visti fin qui, questo è quello che più di tutti mette in primo piano le idee invece che le torture. Peccato che queste idee siano quantomeno opinabili. Piacerà ad alcuni, infastidirà gli altri. Mediocre.
La ragazza del mio miglior amico
Regia: Howard Deutch
Cast: Dane Cook, Kate Hudson, Jason Biggs
Genere: Commedia
Durata: 103 minuti
Voto: O 1/2
Alexis ha tutte le qualità migliori che si possano cercare in una ragazza: è bella, intelligente e sportiva. Dustin, al contrario, è timido, impacciato e anche esteticamente non è granchè. I due sono amici, molto amici, forse troopo. Questa situazione, infatti, impedisce a Dustin di dichiararsi e, quando lo fa, è un autentico disastro. Legati da un sentimento troppo puro come l'amicizia, per la ragazza è praticamente impossibile vederlo come ipotetico fidanzato. In questa situazione entra Tank, il migliore amico di Dustin, esperto nel far arrabbiare le ragazze con i suoi comportamenti da autentico idiota, e farle tornare dalle vecchie fiamme. Ci prova anche con Alexis, ma qualcosa va storto e tra i due sboccia l'amore.
Il Jason Biggs di American Pie è cresciuto ,ma i suoi problemi sentimentali rimangono intatti. Simile ad un novello Fantozzi, il giovane si innamora dell'angelo di turno, e deve fare i conti con la sua più completa incapacità nel far inavghire le donne. Arriva allora Tank, personaggio molto simile all' Hitch di Will Smith, che tanto bene aveva fatto al botteghino qualche anno fa. Se mischiate dunque queste due commedie, ne vien fuori un prodotto gradevole, ma assolutamente usurato dal tempo e dalle continue riproposizioni. C'è poco di nuovo, dunque, in questa pellicola che più che col cinema ha a che spartire con il marketing, essendo nata per fare bottino.
Howard Deutch è un vecchio lupo di mare del genere e sa come dirigere le operazioni, mettendoci furbizia ed esperienza acquisita sul campo. La commedia scorre abbastanza, ma qualche sbadiglio esce fuori, e il compitino da un punto di vista squisitamente tecnico viene portato a casa. Rimane, però, il fatto che la penuria di novità pesa eccome alla lunga, e gli spettatori sembrano stufi di assistere sempre alla stessa solfa. E' un peccato però perchè, a parte Jason Biggs, ormai schiavo del suo personaggio da sfigato, Dane Cook e Kate Hudson sono attori dal talento molto promettente.
Francesco Balzano
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