Costantini: Piccone lasci. Chiavaroli: soliti forcaioli

01 Marzo 2011   20:57  

"Il problema del Senatore Piccone (nella foto col coordinatore Pdl Verrecchia) investe la credibilita’ dell’intera classe dirigente politica regionale" dice Carlo Costantini, capogruppo Idv all'Emiciclo, "a partire da quanto ha raccontato sul confronto che avrebbe avuto con l’ex Prefetto dell’Aquila Gabrielli. La circostanza che si sia rivolto a lui per sapere se poteva o non poteva fare forniture nell’ambito degli appalti della ricostruzione non è, infatti, una prova di trasparenza dei suoi comportamenti, perchè rivela quantomeno che aveva la piena consapevolezza della inopportunità di questi rapporti.

Così come appaiono gravi - aggiunge - le accuse rivolte al giornalista di Repubblica Giuseppe Caporale, che in più occasioni ha rotto la cappa omertosa che ha avvolto molti degli affari della ricostruzione post sisma, con riferimenti a fatti e circostanze che hanno sempre trovato conferme puntuali e circostanziate; anche perchè la circostanza che non vi sarebbe una sua formale iscrizione sul registro degli indagati, non sembra poter escludere l’eventualità che sugli stessi fatti vi sia una inchiesta in corso.

Il Senatore Piccone avrà la possibilità di difendersi, se e quando dovrà farlo; ed io gli auguro di poter dimostrare la propria totale estraneità nel più breve tempo possibile.
Quello che però non posso tacere è che, dal mio punto di vista, anche il semplice sospetto che il capo del Partito che in Abruzzo governa ormai anche i 'condomini' possa aver favorito gli interessi di organizzazioni criminali negli affari post terremoto, impone una reazione della politica.
Lo dobbiamo agli abruzzesi, alla nostra classe imprenditoriale, a quelli che continuano a resistere alle lusinghe di chi possiede una enorme quantità di denaro da ripulire in attività sane, nonostante la drammatica crisi economica che stiamo attraversando.

Confindustria - aggiunge Costantini - espelle dalla propria associazione gli imprenditori che, sebbene ricattati, non denunciano le richieste di pizzo; in Germania un Ministro si è dimesso perchè accusato di aver scopiazzato la propria tesi di dottorato; in Abruzzo la politica regionale, tutta la politica regionale, dovrebbe aspettarsi che un proprio esponente di spicco, anche se solo sfiorato dall’accusa di avere avuto rapporti con la criminalità organizzata, faccia un passo indietro e, nel caso del Senatore Piccone, rinunci ad esercitare, seppure temporaneamente, un ruolo che fino ad oggi gli ha consentito di influenzare tutte le principali decisioni delle istituzioni regionali; o che almeno dichiari la propria disponibilita’ a farlo, se quanto riferito oggi da 'LaRepubblica.it' dovesse trovare, nei prossimi giorni, anche una parziale conferma".

Pronta la replica di Riccardo Chiavaroli, consigliere regionale del Pdl.
"La vicenda dei casalesi in Abruzzo, come appare ormai chiaro, è solo una bufala in salsa abruzzese. Per questo ho atteso sino ad ora - sostiene il portavoce del Pdl - che dai tanti paladini delle libertà (anche di stampa) di centrosinistra , e perchè no anche dall'Ordine dei giornalisti, arrivasse una presa di posizione contro quei presunti cronisti d'assalto che invece mortificano la verità e in generale il diritto-dovere alla corretta informazione.

Prendo atto con rammarico - dice quindi Chiavaroli - che l'unica voce odierna sia stata invece quella di Costantini che, per un riflesso condizionato contro il Pdl, invoca il solito e forcaiolo 'passo indietro'; peccato che per l'ennesima volta gli epigoni dello sceriffo Di Pietro non capiscano cosa sia il garantismo costituzionale e soprattutto non comprendano che un passo indietro di chiunque, dinanzi ad un (falso) avviso di garanzia 'a mezzo stampa', - conclude - sarebbe in realtà un grave passo indietro per la civiltà giuridica e politica dell'Italia, e quindi per tutti i cittadini".


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